Una “Jesus Fest” di cinquemila giovani indiani per la beatificazione di Karol Wojtyla
Mumbai (AsiaNews) – Cinquemila giovani festeggeranno Giovanni Paolo II beato in una grande festa organizzata il 1mo maggio a Mumbai, a Bandra West. E il sacerdote che organizza l’evento, padre Warner D’Souza, direttore del Movimento giovanile del Monte Carmelo, è uno dei “figli” di Karol Wojtyla. Padre Warner, che adesso ha 41 anni, ricorda “l’entusiasmo, il sentimento di incantesimo” con cui nel 1986, studente sedicenne, vide Giovanni Paolo II nella sua visita in India. Gli sono rimaste impresse in mente le parole del Papa: “Non abbiate paura”. E oggi guida un movimento giovanile, che include anche non cristiani, “per guidare i giovani, e camminare insieme con loro seguendo Cristo”. Nel suo ufficio sono in bella mostra un busto in marmo di Giovanni Paolo II e il ritratto incorniciato di Benedetto XVI sorridente. Da giovane si è innamorato della visione della Chiesa trasmessa da papa Wojtyla, e dalla chiamata ai giovani lanciata da Giovanni Paolo II: “Assolutamente senza precedenti nella storia”.
Si chiamerà “Jesus Fest”, l’appuntamento del 1mo maggio, che comprende anche un momento di preghiera e un concerto. Spiega padre Warner: “Quest’anno, con la beatificazione di Giovanni Paolo II, la nostra Jesus Fest, che ha Giovanni Paolo II come patrono, celebrerà la sua beatificazione. Il nostro scopo, nella Jesus Fest che ormai celebriamo da anni, è quello di portare i giovani alla Chiesa. Quest’anno ci sarà una veglia di preghiera, il sabato e il giorno seguente la celebrazione. Che si concluderà con un grande concerto, con cantanti e musicisti professionisti, che canteranno testi sulla vita e sulla testimonianza di Giovanni Paolo II”.
Era il rapporto speciale di papa Wojtyla con i giovani quello che padre Warner vuole sottolineare. “Quello che Giovanni Paolo II ha fatto per i giovani, nessuno lo aveva fatto prima. E solo papa Wojtyla poteva convocare un’assemblea di cinque milioni di persone, fra cui un’infinità di giovani, a Manila. Mentre altre organizzazioni internazionali parlano, i cattolici fanno; i giovani si sentivano amati e accettati da Giovanni Paolo II, in una chiesa inclusiva, dove i giovani contavano”.
E questa eredità deve essere mantenuta. “Tristemente , questo adesso non avviene in maniera sufficiente. E’ allora più urgente che mai, in questa beatificazione storica, che la Chiesa trasmetta il legato di papa Wojtyla ai nostri giovani. E’ il momento opportuno per i giovani di condividere un ruolo di partecipazione nella Chiesa universale. Vogliamo che i nostri giovani sentano, qui in India, che fanno parte di questo grande viaggio di fede insieme ai giovani di tutto il mondo”.