Una tv cristiana diffonde il Vangelo in Terra santa
Il canale privato Al-Mahed (La Natività) dell' ortodosso Samir Qumsieh costruisce ponti di comunicazione fra cristiani, ebrei e musulmani.
Betlemme (AsiaNews) - Ogni domenica trasmette la messa cattolica e quella ortodossa da varie chiese in Palestina; il martedì sera una trasmissione interattiva su "Vangelo e vita" condotta dal biblista padre Peter Hanna Madrous; il venerdì manda in onda la preghiera musulmana. La televisione privata Al-Mahed (in italiano, la Natività) rappresenta un'eccezione nel panorama mediatico palestinese: è l'unica tv privata cristiana. La sua sede è a Betlemme, a pochi metri dalla basilica della Natività. Prima che alcuni ripetitori venissero danneggiati dagli scontri militari, Al-Mahed poteva raggiungere la Giordania, la West Bank e le città di Hebron, Ramallah e Gerico.
Importanti esponenti delle chiese cristiane presenti in Terra Santa hanno lodato l'impegno evangelizzatore e la professionalità dell'emittente di Betlemme. Secondo Michel Sabbah, patriarca latino di Gerusalemme "Al Mahed rende un inestimabile servizio alla Chiesa: essa è unica nel fornire ai suoi ascoltatori una visione cristiana e i suoi programmi sono molto apprezzati". "Al Mahed , trasmettendo le cerimonie delle più importanti feste cristiane, rappresenta un forte strumento di annuncio della verità cristiana" ha affermato Aristarchos, segretario del patriarca greco ortodosso di Gerusalemme.
Al Mahed e il suo editore-direttore Samir Qumsieh hanno dovuto affrontare varie sfide: da una parte, le difficoltà delle incursioni israeliane nel territorio di Betlemme; dall'altro le vessazioni dell'Autorità palestinese.
Durante l'assedio alla basilica della Natività a Betlemme del 2002, Al Mahed è stata l'unica emittente locale a coprire l'evento in maniera integrale. Quattro operatori si sono dati il turno 24 ore al giorno nel corso delle 6 settimane di assedio per trasmettere i fatti e dare informazioni pratiche alla popolazione chiusa nelle proprie case. Un redattore ha rinunciato ad assistere al funerale del fratello, morto durante gli scontri, per poter svolgere la sua mansione.
Nel 2000 Arafat ha fatto oscurare la televisione per 20 giorni e Qumsieh è stato incarcerato 3 giorni per aver protestato. Se in teoria in Palestina vige la libertà di stampa, in pratica editori e giornalisti non possono trasmettere in modo libero. Ad esempio, nel 2003 Al Mahedi aveva condannato le violenze di militanti palestinesi contro un insediamento ebraico, ma le televisioni palestinesi ufficiali si erano ben guardate dal rendere nota la protesta dell'emittente cristiana.
Il programma di prima mattina, "Morning Path", condotto dal giornalista Karim Asakra, è conosciuto per ascoltare la voce sia dei palestinesi che degli israeliani su una notizia o un fatto di cronaca: "I telespettatori a volte non sono molto contenti di sentire anche l'altra parte" sospira Asakra, "ma la nostra tv vuole presentare sempre entrambe le facce della medaglia".
Nata nel 1996 su iniziativa del cristiano greco ortodosso Samir Qumsieh, Al Mahedi ha oggi 33 dipendenti e si interessa della vita religiosa delle 13 comunità cristiane presenti in Terra santa. La tv propone anche programmi musicali, sociali, educativi, religiosi e per bambini. Viene inoltre trasmessa la preghiera del venerdì per i musulmani che non possono recarsi in moschea, un programma speciale per il Ramadan e film popolari di ambientazione islamica.
Il proprietario e direttore di Al Mahedi si sente investito di un compito evangelizzatore a tutti gli effetti: "Dio mi ha scelto per questa missione, siamo la sola voce cristiana che esce dal Medio oriente" sostiene Qumseih. "La gente chiama la nostra tv 'la voce del cristianesimo'. Attraverso le nostre trasmissioni molti cristiani ammalati, anziani, persone con handicap possono ricevere il loro nutrimento spirituale". Un contributo che risulta prezioso anche per i musulmani, che attraverso Al Mahedi possono pregare nel loro giorno santo.
Le difficoltà non mancano per la piccola tv cristiana di Betlemme: la critica situazione economica della Palestina ha fatto calare di molto gli annunci pubblicitari, unico mezzo di finanziamento per Al Mahedi. La tv ha un passivo annuo di 63mila dollari, Qumesieh e la sua famiglia hanno investito nella creazione della televisione 800 mila dollari: "I miei fratelli mi hanno detto di piantarla con questo spreco. Ma la cosa più dura sarebbe chiudere la tv" ammette Qumsieh. "Si tratta di una questione che riguarda un'intera comunità: se essa chiude, non ce ne sarà una simile". (LF)