20/02/2010, 00.00
COREA
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Una nuova legge sui diritti umani divide la Corea del Sud

Il testo, pensato per la parte nord della penisola, impone dei nuovi limiti agli aiuti umanitari da inviare nel regime. Lo scopo è quello di fermare le requisizioni dei militari. Un missionario cattolico: “Il rischio c’è. Ecco perché li portiamo direttamente alle persone, e non li lasciamo al confine”.
Seoul (AsiaNews) – La nuova Legge sui diritti umani in Corea del Nord continua a inasprire il dibattito politico nella parte meridionale della penisola coreana. Il testo, preparato e approvato dal Partito di governo Grand National Party, è considerato “inadatto” dalle opposizioni democratiche, che accusano: “Non aiuterà in alcun modo la situazione dei diritti nel regime di Kim Jong-il”.
 
Il testo, approvato l’11 febbraio scorso, prevede l’istituzione di nuovi organismi di controllo sul Paese comunista: la legge stabilisce che debba essere una nuova Commissione, all’interno del ministero dell’Unificazione, a preparare e approvare nuovi piani di sviluppo per i diritti umani in Corea del Nord. Il punto controverso riguarda i nuovi limiti imposti all’invio di aiuti umanitari.
 
Secondo il governo, infatti, si devono porre limiti più severi per impedire che siano i militari, e non la popolazione del Nord, a godere degli aiuti. I democratici attaccano proprio questa norma, che “mette a rischio migliaia di vite innocenti”. Per protesta, i membri democratici dell’Assemblea nazionale per l’Unificazione – che ha approvato la legge – sono usciti dall’aula durante il voto.
 
Un analista della Seoul University spiega: “La legge è come questo governo: sensata ma impraticabile. Se la applichiamo alla lettere, infatti, diamo certo un duro colpo al regime che sequestra e usa per altri fini i beni che mandiamo per il popolo. Ma è vero lo stesso che chiudiamo la porta in faccia a dei nostri fratelli in gravissima difficoltà”.
 
La ricetta viene dalla Chiesa cattolica. Un missionario, che opera fra le due Coree, spiega ad AsiaNews: “Il rischio c’è sempre. Ecco perché la cosa fondamentale è ottenere dal governo il permesso di distribuire direttamente ai nordcoreani gli aiuti che vengono portati nel Paese. Certo, c’è sempre la possibilità che questi vengano requisiti in un secondo momento. Ma non per questo possiamo uccidere delle persone non facendo nulla”.
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