Una chiesa "pubblica" in Afghanistan? I precedenti che fanno sperare (Scheda)
Rispetto al passato sembra venuto meno l'impegno dei diplomatici occidentali a garantirsi un'assistenza spirituale.
La cappella all'interno dell'ambasciata italiana a Kabul è l'unica chiesa cristiana presente in Afghanistan, frutto di un deciso impegno diplomatico che risale agli anni '20.
L'Italia ha ottenuto il privilegio di avere l'unica chiesa nel Paese, perché è stata la prima a riconoscerne l'indipendenza nel 1919. Kabul propose all'Italia di scegliere come voler essere ringraziata ed essa, facendosi portavoce dei tecnici internazionali presenti a Kabul, chiese di aver un'assistenza spirituale.
Il governo afghano fu molto ammirato: l'Italia poteva pretendere monopoli molto vantaggiosi economicamente quello dello sfruttamento di risorse naturali ad esempio ma scelse il monopolio spirituale. La clausola entrò a far parte del trattato bilaterale italo-afghano del 1921. La vera e propria attività pastorale inizia nel 1933, quando si realizza la cappella che i tecnici internazionali continuavano a chiedere.
La prima proposta per la costruzione di una chiesa pubblica è arrivata al responsabile della missio sui iuris dell'Afghanistan nel 1992. Un rappresentante del governo di Najibullah l'ultimo filocomunista si reca da p. Giuseppe Moretti per sottoporre un piano per edificare una chiesa e ne indica anche il luogo. Il progetto prevedeva un piccolo compound, ma con tutte le garanzie di immunità.
I piani cadano con l'involuzione della situazione politica afghana: guerra civile, salita al potere dei talebani, guerra Usa. Oggi la piccola cappella all'interno dell'ambasciata non è più sufficiente a contenere tutti i fedeli, che la domenica arrivano anche a 100; la situazione attuale fa sperare nella realizzazione di una chiesa "pubblica" e la piccola comunità cattolica internazionale in Afghanistan spera in un impegno maggiore da parte della diplomazia europea.12/10/2005