19/06/2009, 00.00
INDIA - CINA
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Un “telefono rosso” diretto tra Pechino e New Delhi

Entro un mese sarà istituita una linea diretta tra i leader delle 2 Nazioni, per evitare crisi non volute. Tra India e Cina rimangono molte questioni irrisolte, a partire dai confini dopo la guerra del 1962, mai definiti. Intanto la stampa ufficiale cinese riprende a dire che la Cina non si fida degli indiani.

New Delhi (AsiaNews/Agenzie) – Cina e India attiveranno entro un mese una “linea rossa” tra i rispettivi leader, per evitare crisi non volute. I giornali indiani lo riferiscono oggi, precisando che la decisione è stata presa durante l’incontro all’inizio della settimana tra il premier indiano Manmohan Singh e il presidente cinese Hu Jintao, convenuti a Yekaterinbug per il 1° Summit tra le economie emergenti dei Paesi del Bric (Brasile, India, Russia, Cina).

Una simile linea telefonica già esiste tra Pechino e Washington. Nei decenni scorsi ha contrassegnato l’epoca della “guerra fredda”, quando fu istituita tra Russia e Stati Uniti per consentire l’immediata risoluzione di possibili crisi.

Tra i due colossi asiatici esiste un’irrisolta rivalità. Anche se ora hanno sempre maggiori rapporti commerciali ed economici, non hanno ancora concluso la guerra di frontiera del 1962, che vede ancora controversi i rispettivi confini. Proprio nei giorni scorsi c’è stato un aumento delle forze militari  indiane presso il confine, non gradito da Pechino.

Secondo un’indagine del cinese Global Times, tabloid del Quotidiano del Popolo, il 74% dei cinesi è contrario ad avere rapporti amichevoli con l’India, il 90% la considera una minaccia e il 65% ritiene che New Delhi, spiegando nuove truppe sui confini contestati, sta pregiudicando i reciproci rapporti.

C.V. Ranganathan, ambasciatore indiano in Cina dal 1987 al 1991, ritiene l’indagine poco attendibile, perché il giornale non indica le dimensioni del campione esaminato e se è stata condotta nelle grandi città o nelle campagne.

Esperti osservano che il Quotidiano del Popolo è l’organo ufficiale del Partito comunista cinese, per cui l’indagine statistica ha precise finalità politiche. Per cui i leader del Pcc confermano in questo modo una convinta posizione anti-indiana.

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