10/07/2008, 00.00
CINA
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Un video sugli espropri forzati in un villaggio dello Shandong

Nelle immagini un vecchio contadino viene picchiato e tramortito per essersi rifiutato di lasciare la sua casa. Espropriati circa 100 mila ettari di terreni. La Cina vince il premio per gli abusi contro i diritti all’abitazione. A Pechino, per fare spazio alle opere olimpiche, circa 1,5 milioni di persone sono state cacciate dalle loro case.

Roma (AsiaNews) – Il video sta spopolando nei blog e nei siti cinesi ed è reperibile a questo link: Video: Violent Evictions in a Shandong Village.

Filmato di nascosto, esso mostra un capo villaggio che insieme a un gruppo di picchiatori, assaltano un gruppo familiare che rifiuta di abbandonare la propria casa, destinata ad essere demolita per far posto a un nuovo progetto edilizio. Il video presenta didascalie in cinese ed è datato 28 maggio 2008. In una delle didascalie si legge: “Nel villaggio di Yingbei, distretto di Kuiwen, a Weifang, provincia dello Shandong, il capo villaggio Gao Zhigang ha guidato i picchiatori a colpire gli abitanti. Dove sono le autorità che possano bloccare tali espropri violenti? A noi popolino non è concesso avere un posto dove vivere?”.

L’ultima didascalia, riferendosi con ironia allo slogan del presidente Hu Jintao sul “costruire la società armoniosa”, si legge: “Speriamo che tutti facciano attenzione a questo problema – che facciano attenzione alla violenza e al potere presenti in questa società armoniosa”.

Il problema degli espropri di terre e case è fra i più cocenti nella Cina attuale. A Pechino, per fare spazio alle costruzioni olimpiche e ai nuovi monumenti urbanistici, circa 1,5 milioni di persone hanno subito il sequestro e la demolizione della loro casa, senza ricevere alcun compenso o solo una minima somma.

La situazione è ancora più acuta nelle campagne dove interi villaggi – come quello mostrato nel video - vengono espropriati delle terre per costruire nuove fabbriche, centrali elettriche, abitazioni di lusso. Questo ha generato  violenti scontri fra polizia e abitanti, con arresti e uccisioni in Guangdong, Shaanxi, Sichuan, Hebei. Secondo Chen Xiwen, vice direttore dell’Ufficio centrale per gli Affari finanziari ed economici, “le dispute sul possesso dei terreni sono la causa di oltre il 50 % di tutte le proteste sociali”.

Il ministero della Terra e delle risorse dice che nel 2006 le espropriazioni indebite di terreni sono cresciute del 17,3% giungendo a 131mila casi. Si tratta di circa 100 mila ettari di terreni, un’estensione che supera del 76% quella del 2005. Almeno 43 mila ettari espropriati sono terreni agricoli.

Ne dicembre 2007,  il Centro per i diritti sull’abitazione e gli espropri, ong che vigila sulle violazioni dei diritti sull’abitazione, con base a Ginevra, ha attribuito alla Cina (insieme al Myanmar e alla Slovacchia) l’annuale Premio come Paese che ha compiuto i più gravi e sistematici abusi contro questi diritti. Il Governo di Pechino e il Comitato per la preparazione dei Giochi Olimpici di Pechino sono stati segnalati per “l’abissale disprezzo” mostrato per i diritti di circa 1,25 milioni di persone cacciate da casa per le opere legate ai Giochi Olimpici. Il Centro denuncia che ancora adesso sono “sfrattate” 13mila persone ogni mese.

Gli espropri violenti – e le rivolte che esse producono, circa 60 mila all’anno – sono uno dei “segreti di stato” della Cina attuale. Nel gennaio scorso, un contadino dell’Heilongjiang che aveva tentato di recuperare terreni sequestrati è stato condannato a 2 anni di lavori forzati per aver denunciato il fatto a giornalisti stranieri. La motivazione della condanna è “aver messo in pericolo la sicurezza dello stato”.

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