Un tentativo di rinfocolare la discordia, per i libanesi, l’attentato contro Aridi
Di attacco al dialogo parlano tutte le parti politiche. L’ucciso era il braccio destro di Arslan, leader del Partito libanese democratico – druso e filosiriano, minoritario. Secondo la polizia la sua auto è stata fatta esplodere con un radiocomando.
Beirut (AsiaNews) – Un attacco al dialogo, un tentativo di rinfocolare la discordia. E’ unanime la reazione dei politici libanesi all’attentato che questa notte è costato la vita a Saleh al-Aridi, braccio destro di Talal Arslan, leader del Partito libanese democratico – druso e filosiriano, minoritario. Gli ultimi resoconti della polizia, diffusi dall’Agenzia nazionale di informazione, affermano che Aridi è uscito di casa verso e 21,30 ed è salito da solo sulla sua vettura, che è saltata in aria per una bomba collocata sotto il sedile e fatta esplodere con un radiocomando. Altre informazioni sottolineano la “professionalità” dell’attentato.
“L’assassinio di Aridi è stato compiuto per seminare discordia e distruggere l’unità della Montagna”, ha detto immediatamente Arslan. Proprio ad esprimere tale solidarietà, il leader druso Walid Joumblat, leader del maggioritario Partito socialista progressista, poco dopo che si è diffusa la notizia dell’attentato è andato a casa della vittima, a Baisour. Oggi, poi, in una ulteriore dichiarazione, Arslan ha ribadito il concetto, affermando che l’uccisione è arrivata in un momento nel quale, insieme con Joumblatt e il leader di Hezbollah, Nasrallah, si stava dando il via all’unità nella Montagna libanese.
Unanime la condanna negli ambienti politici nazionali ed internazionali, mentre il presidente della Repubblica, Michel Suleiman, ha raccomandato ai comandanti dell’esercito e dei servizi di sicurezza di “mantenere la vigilanza contro ogni cospirazione che mira a riaccendere le tensioni”.
Il filogovernativo L’Orient Le Jour, in un commento, nota che ogni volta che si parla di ripresa di dialogo o ci sono atti di riconciliazione arriva l’attentato. Il quotidiano cita la ripresa del dialogo nazionale, prevista per martedì prossimo, il riavvicinamento tra drusi di qualche settimana fa, il recente accordo di Tripoli e la visita di Saad Harri, leader della maggioranza parlamentare, nella Bekaa.
“L’uccisione di Aridi è un colpo alla riconciliazione”, ha detto da parte sua Al Manar, la televisione di Hezbollah, che ha, tra gli altri, sentito anche il parere dell’ex ministro Wiam Wahhab – considerato un ultrà dei filosiriani – secondo il quale “il crimine ha colpito la posizione di Arslan che voleva che la Montagna abbracciasse la Resistenza (come si autodefinisce Hezbollah, n.d.r.) e tornasse alle sue origini arabe”. Il che naturalmente rende Israele responsabile del delitto.
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