"Un successo" il pellegrinaggio alla Mecca: 4 milioni di fedeli, un milione di pecore sacrificate
Riyadh (AsiaNews/Agenzie) - E' stato "un successo" quest'anno iI pellegrinaggio alla Mecca (Haj) che ogni musulmano deve compiere almeno una volta nella sua vita. I numeri parlano di 3,16 milioni di pellegrini "registrati", accanto ai quali vanno considerati 1,14 milioni di "non registrati". A sorvegliare il buon andamento delle giornate sono stati mobilitati 120mila agenti di sicurezza. Ancora: negli ultimi quattro giorni 362.740 persone si sono recate nelle strutture sanitarie. E sono stati sacrificati un milione di pecore e 10mila tra mucche e cammelli. Quest'anno la loro carne, tradizionalmente distribuita ai poveri delle città sante e delle nazioni islamiche, andrà anche ai rifugiati siriani in Turchia, Giordania e Libano
Terminati i giorni del pellegrinaggio, autorità e mezzi di comunicazione fanno il bilancio di un evento che suscita sempre preoccupazione nelle autorità saudite, visti gli incidenti accaduti in passato, anche con motivazioni politiche. I più sanguinosi restano quelli che nel 1987 videro la morte, alla Mecca, di 400 iraniani negli scontri seguiti a una manifestazione khomeinista.
Anche quest'anno c'è stato un tentativo di manifestazione politica: centinaia di siriani hanno marciato, a Mina, per denunciare le malefatte del presidente Bashar al-Assad e chiederne la cacciata. La protesta è stata immediatamente bloccata dalle autorità saudite, che pure sono politicamente vicine ai ribelli, dei quali i manifestanti issavano bandiere e striscioni.
C'è anche chi non protesta, ma si dice "scontento" del pellegrinaggio per i costi troppo elevati o perché le compagnie che organizzano gli spostamenti li portano sul posto, ma li abbandonano a se stessi. Lo stesso governatore della Mecca principe Khaled Al-Faisal ha annunciato "azioni" contro una compagnia ferroviaria per i ritardi nel servizio ai fedeli.
Lo stesso principe Khaled nel corso di una conferenza stampa organizzata per esporre il bilancio di questo Haj, ha dato una valenza politico-religiosa all'evento: "i pellegrini - ha detto - indossano lo stesso tipo di abito, vivono negli stessi luoghi, si muovono nelle stesse zone e compiono gli stessi riti. Essi danno al mondo il messaggio positivo che l'unità dei musulmani non è un pericolo, ma fa bene al mondo".