Un nuovo sacerdote per Mosul, prime comunioni a Baghdad
Karamles (AsiaNews) – Nuove ordinazioni sacerdotali, bambini che fanno la Prima Comunione, la comunità cristiana in Iraq non si arrende alla sistematica persecuzione di cui è oggetto. Nel fine settimana si sono svolte due cerimonie significative a Baghdad e Karamles. Qui, il 7 luglio, nella chiesa di Mar Addai, è stata ordinato un nuovo sacerdote caldeo, p. Ephram Gallyana, 31 anni. A celebrare la Santa Messa - come riporta il blog Baghdadhope - è stato il vescovo di Mosul, mons. Faraj P. Rahho. Il nuovo sacerdote appartiene alla sua diocesi, ma ragioni di sicurezza hanno imposto lo svolgimento della funzione a Karamles, la stessa cittadina dove il 4 giugno scorso sono stati celebrati i funerali di Padre Ragheed Aziz Ganni e dei tre suddiaconi uccisi con lui il giorno prima a Mosul. Proprio sulla tomba di p. Ragheed, p. Ephram ha deposto una croce di rose gialle con la scritta: “Da tuo fratello, padre Ephram Gallyana”. A conferma del coraggio con cui questi giovani sacerdoti si preparano ad affrontare i difficili tempi che li attendono in un Iraq martoriato dalla violenza il neo sacerdote si è impegnato a “continuare il lavoro di p. Ragheed”.
Testimoni di grande coraggio sono anche i 59 bambini che ieri a Baghdad hanno ricevuto la loro Prima Comunione. Vestiti come novizi monaci e suore i piccoli si sono recati alla chiesa siro-cattolica di Nostra Signora della Salvezza. “Ho pregato Gesù per il ritorno di mio padre sano e salvo a casa” dice Matti, 11 anni; il papà è stato rapito 9 mesi fa e da allora di lui non si sa più nulla. “Non soccombiamo alle minacce di chi fa il male” è l’invito rivolto durante la messa dall’arcivescovo siro-cattolico della capitale, Athanese Matti Matoka. Citato dal sito Ankawa.com lo stesso presule racconta che “nonostante il pericolo, per oltre un mese i bambini si sono incontrati in parrocchia per seguire il catechismo”. “Molte chiese di Baghdad – continua – hanno cancellato le cerimonie per la Prima Comunione per evitare possibili attacchi, ma noi abbiamo deciso di andare avanti con il nostro programma”.