Un gru costruita in Cina sta salvando i minatori cileni
I minatori latinoamericani ringraziano Dio e il Cile per il loro recupero. La mortalità nelle miniere cinesi è sempre fra le più alte del mondo. Secondo fonti ufficiali vi sono 2900 morti all’anno nelle sole miniere di carbone. Fonti ufficiose affermano che i morti sono 20 mila all’anno. Molti incidenti vengono nascosti. Vi sono anche 301mila morti per pneumoconiosi e silicosi.
San José (AsiaNews/Agenzie) – Le televisioni di tutto il mondo seguono in diretta il salvataggio dei 33 minatori intrappolati da oltre due mesi in una galleria della miniera di San Josè, a 624 metri di profondità. Le immagini commoventi dell’arrivo uno ad uno, dell’attesa dei familiari, degli abbracci e delle preghiere di ringraziamento muovono tutti alla compassione e alla gioia.
Il primo a raggiungere la superficie, verso la mezzanotte locale, è stato Florencio Avalos, rivestito di uno speciale strumento – lo stesso che usano gli astronauti e che controlla cuore, respiro, temperatura del corpo e consumo di ossigeno – insieme a occhiali da sole per proteggere gli occhi dalla luce, dopo mesi di buio.
I superstiti che via via arrivano in superficie si inginocchiano indicando il cielo, per ringraziare Dio, salutano, gridano “Cile! Cile”, abbracciano i familiari, il presidente Sebastian Pinera e sua moglie, i propri compagni di lavoro. Vengono poi portati a una visita medica di controllo e trasportati in ospedale, dove rimarranno sotto osservazione per almeno due giorni. Secondo i responsabili del salvataggio ci vorranno quasi due giorni per riportare in superficie tutto il gruppo.
Un particolare importante: la gru che solleva la capsula per portare a salvezza i 33 minatori cileni, è fatta in Cina. Lo afferma un dispaccio della Xinhua di ieri, che con grande orgoglio afferma esservi un ingegnere cinese a manovrarla. I media cinesi sono pieni di notizie sulle operazioni di soccorso, ma nessuno si pone domande sulla situazione delle miniere nel proprio Paese.
Il maggior numero di incidenti (esplosioni, crolli, allagamenti,…) avviene in Cina nelle miniere di carbone. Per rispondere alla fame di energia responsabili governativi e pubblici spingono ad uno sfruttamento intensivo, e per aumentare i profitti riducono le misure di sicurezza.
Secondo uno studio del CLSA (un’agenzia di studio sui finanziamenti), vi sono almeno 2900 morti all’anno nelle miniere di carbone: un morto per ogni milione di tonnellata di carbone estratto. Queste però sono cifre ufficiali. Fonti ufficiose dicono che le vittime per incidenti in miniera in Cina sono almeno 20mila l’anno, ma il numero reale è impossibile da certificare, dato che i proprietari, aiutati da persone del governo, insabbiano ogni incidente minerario.
Ai morti in miniera andrebbero aggiunti coloro che muoiono di pneumoconiosi o silicosi (almeno 301 mila all’anno, secondo le cifre del ministero della Sanità).
Negli ultimi tre anni il governo ha approvato regolamenti sulla sicurezza nelle miniere, ma la loro applicazione è molto vaga. Grazie alla corruzione, governi locali e proprietari delle miniere riescono a evitare la chiusura, nascondendo spesso incidenti e numero dei morti. Il Partito ha ordinato ai suoi dirigenti di non investire nel settore, ma questa direttiva è largamente ignorata.
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