Un film sulle minoranze del Pakistan premiato a Venezia
Si intitola "Hum Saya" e racconta le storie di tre ragazze rapite e costrette a convertirsi all'Islam per sposare i propri rapitori. Il regista Dawood Murad ha voluto sottolineare l'importanza della solidarietà tra coloro che vivono la stessa emarginazione. Il direttore del Centre for Social Justice che ha prodotto la pellicola: "Spero che contribuisca a un cambiamento positivo nel mondo".
Lahore (AsiaNews) - Un film pakistano sulle violenze contro le minoranze religiose ha vinto il premio come miglior cortometraggio documentario sui diritti umani al Festival del cinema interculturale di Venezia, che si tiene ogni anno tra giugno e luglio in diverse sedi della laguna. Si tratta di “Hum Saya” (che significa “vicino di casa”), prodotto dal Centre for Social Justice (CSJ), un’organizzazione che da anni si occupa di sviluppo democratico e di giustizia sociale per i gruppi emarginati del Pakistan. Il film verrà proiettato in diverse località internazionali, tra cui la stessa Venezia il 23 giugno e al Kellogg College dell'Università di Oxford il 16 giugno.
“Hum Saya” intreccia le storie vere di tre ragazze pakistane rapite e costrette a convertirsi all’Islam per sposare i propri rapitori, mostrando come, per i fedeli cristiani e indù apparteneti alle minoranze, il diritto costituzionale alla libertà religiosa venga costantemente violato. Nella pellicola è inoltre mostrato il calvario che devono affrontare le famiglie delle ragazze. Il regista Dawood Murad ha voluto sottolineare l’importanza della solidarietà tra coloro che vivono la stessa emarginazione: i vicini di casa, che vivono nello stesso quartiere e nelle stesse circostanze delle vittime forniscono spesso la prima linea di protezione nei confronti delle ragazze. A illustrare le sistematiche violazioni dei diritti delle minoranze appare anche Lal Chand Malhi, noto ex parlamentare, secondo cui le giovani cristiane e indù nelle province del Sindh e del Punjab sono costrette a limitare la propria libertà di movimento per proteggersi.
Il CSJ nel 2022 ha segnalato 124 episodi di conversioni e matrimoni forzati. Tra questi nel 59% dei casi si trattava di spose minorenni mentre nel 28% dei casi l’età non è stata riportata. Una violenza nei confronti di cristiani, indù e sikh che non si arresta: fino a maggio di quest’anno sono stati resi noti almeno 39 casi di conversioni forzate.
"Sono molto contento ed emozionato che il documentario di CSJ sia stato riconosciuto a livello mondiale e spero che questo film contribuisca a un cambiamento positivo nel mondo, specialmente in Pakistan”, ha dichiarato ad AsiaNews Peter Jacob, direttore dell’organizzazione umanitaria. “Sono molto grato a tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione di ‘Hum Saya’ e ringrazio in particolare le famiglie delle vittime che hanno accettato di parlare con noi di questi temi e hanno registrato le loro interviste e dichiarazioni. Sono persone davvero coraggiose.
“La conversione forzata in Pakistan - ha continuato - è una realtà e con questo video abbiamo cercato di mostrarla al mondo intero. Continuiamo a dare voce a questi problemi e a tutte le violazioni dei diritti umani all'unisono e contribuiamo a cambiamenti positivi per il benessere della società".
30/10/2020 12:06
11/10/2016 12:06