Un film su Matteo Ricci, figura ponte fra Cina e occidente
Roma (AsiaNews) - Un nuovo lungometraggio sulla figura di Matteo Ricci e prodotto dalla Cecchi Gori Group è stato affidato al regista Pasquale Squitieri insieme al cineasta ed etnologo Folco Quilici. Entro un mese gli autori contano di incontrare a Pechino un gruppo di studiosi che collaboreranno al progetto su indicazione del Ministero cinese della Cultura.
L'opera dovrebbe essere pronta entro un anno. Tra i giornalisti che hanno partecipato oggi alla presentazione del progetto alla presenza del produttore Vittorio Cecchi Gori, è intervenuto anche il corrispondente a Roma del "Quotidiano del popolo".
Con un budget che non supererà i cinque milioni di euro, il film non sarà un kolossal tipo "L'ultimo imperatore" ma neppure - tiene a precisare Quilici - un semplice documentario.
La rigorosa ricostruzione storica è assicurata dal testo che il gesuita p. Giovanni Marchesi ha già approntato. A chi gli chiedeva se questa impresa cinematografica può interessare i rapporti tra la Chiesa e le autorità della Cina, il noto scrittore de "La Civiltà cattolica" ha risposto: "Partecipo al progetto come studioso, non vorrei lasciare trasparire cose più grandi di quelle che sono".
Da parte sua, il cardinale Paul Poupard, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, ha tratto spunto proprio dalla "attualità" della figura di Matteo Ricci che "si fece cinese tra i cinesi" per rimarcare l'importanza dell'incontro tra culture d'Occidente e d'Oriente nel nostro mondo globalizzato. "Risentiamo il bisogno - ha osservato il porporato - di rivivere quel sogno di amicizia tra l'occidente e il popolo cinese". Il rapporto con la grande potenza della Cina - ha spiegato ancora Poupard - non può essere solo di tipo economico ma richiede un "dialogo anche religioso" basato su "valori condivisi". Il cardinale ha richiamato diffusamente il messaggio che Giovanni Paolo II inviò il 24 ottobre 2001 al convegno internazionale per il quarto centenario dell'arrivo a Pechino del grande missionario e scienziato e ha ribadito che "la Santa Sede auspica vivamente una nuova stagione di dialogo" (FF).