Ultimatum di Tokyo a Pyongyang: denuclearizzare o niente aiuti
Il governo nipponico sottolinea che senza passi concreti verso la denuclearizzazione della penisola coreana, cesserà l’invio di energia ed aiuti umanitari alla popolazione del nord.
Tokyo (AsiaNews/Agenzie) – Il Giappone non intende continuare ad inviare aiuti umanitari o energia alla Corea del Nord se questa non intraprende dei passi decisi verso lo smantellamento del suo arsenale nucleare.
Lo ha dichiarato ieri il capo gabinetto di Tokyo, Yasuhisa Shiozaki, che ha aggiunto: “Il primo obiettivo da raggiungere è la denuclearizzazione della penisola coreana, e la cosa più importante sono i passi concreti del governo di Pyongyang verso questa direzione. Tutto il resto può solo derivare”.
Il politico ha spiegato le intenzioni del suo governo in risposta ad alcune indiscrezioni, pubblicate dai media nazionali, secondo cui la Corea del Nord ha chiesto agli Stati Uniti 500mila tonnellate di petrolio l’anno come contropartita per la chiusura degli impianti atomici.
Secondo una fonte diplomatica anonima, “la volontà di chiudere temporaneamente i reattori è direttamente collegata alla richiesta di smantellamento totale degli stessi. Nel corso dei dialoghi a sei sul nucleare [che riprendono il prossimo 8 febbraio a Pechino ndr], Pyongyang ha chiarito che questa decisione verrà presa solo se vi saranno le condizioni adatte”.
In ogni caso, un quotidiano coreano spiega che il regime stalinista guidato da Kim Jong-il “non ha alcuna intenzione di rinunciare all’energia atomica. Vuole solo convertire i reattori che possiede con altri, non utilizzabili come armamento, ma nel frattempo vuole energia dalle altre nazioni”.
La fornitura di petrolio faceva parte delle condizioni approvate dalla comunità internazionale nel 1994, quando chiese alla Corea del Nord di interrompere gli esperimenti nucleari.
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