Ulema pakistani contro i talebani, “pieno sostegno” a governo ed esercito
di Qaiser Felix
I dotti islamici respingono la “versione talebana della Sharia” e invocano “l’unità” contro le offensive dei fondamentalisti. Vescovi cattolici accolgono la decisione degli ulema, definendola “un passo positivo”. Summit fra governo e 42 leader politici per delineare una linea di condotta comune sulla crisi.
Lahore (AsiaNews) – Gli ulema del Pakistan respingono i metodi di applicazione della legge islamica utilizzati dai talebani nella valle di Swat e sostengono la campagna militare lanciata dal governo. Una decisione che i vescovi cattolici giudicano “positiva”, mentre si intensificano gli attacchi dei militari per sradicare le ultime sacche di resistenza degli estremisti islamici.
Il Jamiat Ulema-e-Pakistan (JUP), organizzazione di esperti della legge islamica riuniti in un vertice a Islamabad, ha adottato all’unanimità una risoluzione in nove punti in cui si sconfessa la “versione talebana della Sharia” e la decapitazione di persone innocenti nella divisione di Malakand. I dotti islamici confermano il “pieno sostegno” alla campagna militare dell’esercito, che definiscono “una guerra per l’integrità e la sovranità nazionale del Pakistan” contro forze che mirano a creare “uno Stato nello Stato”. Essi chiedono la fine “degli assassini mirati di ulema” e degli attacchi a “luoghi sacri, inclusi i santuari”. Gli esperti di legge si appellano alla Conferenza dei Paesi islamici perché aiutino gli sfollati dello Swat e promuovano “l’unità” contro le cospirazioni tramate dai talebani.
I vescovi cattolici del Pakistan “accolgono con favore” la decisione degli ulema, definendola “un passo positivo”. Mons. Lawrence John Saldanha, arcivescovo di Lahore e presidente della Conferenza episcopale, plaude alla campagna militare decisa dal governo contro “forze brute” che attentano “alla Costituzione del Paese” e negano “la Carta internazionale sui diritti umani”. Il prelato ricorda anche il dramma del milione e mezzo di sfollati in fuga dalle aree di guerra, annunciando una serie di iniziative messe in campo dalla Chiesa. Fra queste, l’acquisto – grazie ai soldi raccolti con le offerte quaresimali – di ventilatori da distribuire nei campi profughi per lenire l’afa e il caldo estivo nelle tende. Il 22 maggio prossimo la Commissione nazionale di Giustizia e pace terrà un congresso a Lahore, al quale parteciperanno le principali chiese del Paese, cattoliche e protestanti. Si parlerà di “estremismo” e delle “operazioni militari” in corso, per trovare una “linea comune di azione per risolvere la crisi”.
Sul fronte militare continuano le operazioni dell’esercito, con elicotteri e caccia dell’aviazione impegnati a bombardare Mingora, roccaforte degli estremisti. A Islamabad, intanto, è iniziata la All Party Conference on Swat, che vede riuniti il governo e i leader dei 42 principali partiti politici del Paese. Il premier Yousaf Raza Gilani conferma che l’esercito continuerà gli attacchi per annientare la resistenza talebana, restaurare la pace e favorire il rientro degli sfollati. Egli riconosce che l’accordo di pace con gli estremisti – introduzione della Sharia in cambio del cessate il fuoco – si è rivelato fallimentare e aggiunge che “l’arsenale nucleare pakistano è al sicuro”.
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