Ucciso un pastore protestante ad Ampara
di Melani Manel Perera
Neil Samson è morto per le ferite da arma da fuoco, che lo ha colpito mentre era con la sua famiglia. Il vescovo anglicano di Colombo condanna l’omicidio, risultato della dilagante cultura della guerra nel Paese. E chiede "indagini imparziali” sul caso.
Colombo (AsiaNews) – Un giovane pastore protestante è l’ultimo religioso ucciso in Sri Lanka, dove la guerra civile e l’assenza di un organo neutrale di supervisione dei diritti umani permettono il perpetrarsi di ogni violenza. Neil Samson è morto il 17 febbraio scorso ad Ampara - est del Paese - in seguito a colpi d’arma da fuoco esplosi da due uomini su una motocicletta, che lo hanno raggiunto mentre era con la moglie e suo figlio. La donna è rimasta ferita e il bambino è ancora sotto shock. Oggi in un comunicato, il vescovo anglicano di Colombo, Duleep de Chickera, ha condannato l’assassinio e chiesto alla polizia “indagini imparziali” sull’accaduto.
Secondo il vescovo anglicano, la morte di Samson potrebbe rientrare nel teso clima interreligioso creatosi nelle ultime settimane ad Ampara. I media locali avevano riportato del fermo di alcuni pastori cristiani con addosso cinture esplosive. La notizia ha contribuito a generare sospetto e risentimento verso la comunità cristiana. De Chickera chiede che sia fatta giustizia: “Se gli indagati sono colpevoli, dovranno essere puniti secondo la legge e la loro Chiesa dovrà scusarsi pubblicamente per non aver saputo selezionare e formare i suoi ministri, secondo i principi cristiani. Ma se fossero innocenti devono essere rilasciati e il loro nome riabilitato”.
Il vescovo anglicano conclude denunciando che Neil Samson è anche vittima della dilagante cultura della guerra nel Paese. Responsabili di questo fenomeno, sono “le due parti in conflitto”, riferendosi alle forze governative e ai ribelli tamil, protagonisti della più che ventennale guerra civile. “L’assenza di un organo neutrale di monitoraggio e di serie indagini di polizia, incoraggiano il clima di impunità. Il non rispetto delle più basilari norme etiche e umanitarie facilita anche l’occupazione e la distruzione dei luoghi di culto”.
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