Turismo ancora in affanno a Bangkok: ripresa negli arrivi ma non negli affari
Dietro ai dati sbandierati del governo molti soggiorni brevi da Paesi vicini, con scarse ricadute economiche. Nonostante i 17,5 milioni di turisti registrati nei primi sei mesi (in maggioranza cinesi e indiani) la Thailandia è scesa al 40° posto per giro d'affari. I russi a Phuket al posto di americani ed europei.
Bangkok (AsiaNews) - L’emergenza Covid-19 è ormai del tutto archiviata, ma il turismo thailandese non torna a decollare. Le autorità continuano a mostrare ottimismo, ma le difficoltà di un settore che era previsto potesse attenuare l’impatto della crisi produttiva sono sempre più evidenti.
La fragilità del settore si intreccia con condizionamenti interni e esterni: i numeri sbandierati sono fortemente influenzati dai parametri utilizzati (come la distinzione tra arrivi turistici, arrivi in generale e l’inclusione o meno dei transiti) e contrastano con il reale impatto economico, che ha visto scendere quest’anno il Paese al 40.mo posto nelle graduatorie internazionali del settore. Tutto questo crea una condizione di incertezza e evidenzia la mancanza di un piano strutturale di rilancio dell’economia in cui il turismo potrebbe avere un ruolo importante.
D’altra parte non giova all’immagine del Paese l’instabilità politica dovuta al continuo braccio di ferro fra gli ex-nemici di ieri e i militari coalizzati solo per tenere lontano dalla gestione del potere i movimenti riformisti. Un biglietto da visita non incoraggiante per le relazioni con il Nord America e l’Unione Europea, da cui fino a pochi anni fa la Thailandia faceva il pieno di turisti.
Negli ultimi mesi le autorità preposte hanno pubblicizzato nuove forme di visto, per consentire soggiorni prolungati a diverse categorie di visitatori, anche per studio o lavoro temporaneo oppure di lunga permanenza. Inoltre, proprio pochi giorni fa, hanno esteso l’ingresso fino a 60 giorni senza visto applicandolo ora a 93 Paesi e territori, contro i 57 precedenti. Ma misure di questo tipo, finora, hanno contribuito ben poco ad aumentare i flussi turistici; sono serviti piuttosto a incentivare di situazioni particolari, a volte anche illegali, che vedono protagonisti cittadini stranieri e a cui i mass media locali danno ampio risalto.
Nei primi sei mesi dell’anno i dati ufficiali segnano 17,5 milioni di arrivi di turisti, con un incremento del 35 per cento rispetto allo scorso anno, ma ugualmente sotto i livelli pre-pandemia. Il maggior numero di arrivi riguarda cittadini cinesi e indiani, a cui si aggiungo altre nazionalità che hanno soggiorni più brevi e che meno beneficiano la realtà economica locale utilizzando i pacchetti prepagati in patria, come i malaysiani che trascorrono giorni festivi o fine settimana di svago o shopping nelle località immediatamente oltre il confine fra i due Paesi. La diaspora russa - che ha la sua base principale sull’isola di Phuket - è ora arrivata a superare come entità stimata quella di qualsiasi altro Paese europeo o occidentale, con 1,4 milioni di arrivi nel 2023. Le organizzazioni imprenditoriali segnalano come la minore capacità di spesa di questi viaggiatori ostacoli anche gli investimenti necessari per adeguare le strutture a una clientela turistica più differenziata e spesso più esigente rispetto al passato.
12/08/2016 08:36