Truppe saudite in Bahrein: Manama ringrazia, Teheran contesta
“Forze di sicurezza” dei Paesi del Consiglio di cooperazione del Golfo sono accorse a sostegno del governo (sunnita) del Bahrein. Ma l’opposizione (sciita) protesta e lancia avvertimenti, con il sostegno del ministro degli esteri iraniano che chiede “rispetto” per i diritti dei manifestanti.
Beirut (AsiaNews) – Con il titolo a tutta pagina “Destino unito” il Gulf Daily News dà oggi notizia a Manama dell’ingresso in Bahrein, avvenuto ieri, di “forze di sicurezza” (nella foto) dei Paesi del Consiglio di cooperazione del Golfo (GCC - Bahrein, Kuwait, Oman, Qatar, Arabia Saudita e Emirati arabi uniti). Lo stesso quotidiano riferisce che re Hamad, ricevendo il ministro degli esteri saudita, Saud Al Faisal, e il primo ministro del Qatar, Hamad bin Jassim bin Jabr Al Thani, ha detto che il sostegno al Bahrein “riflette il forte legame e il destino comune” dei Paesi del Consiglio. Ma l’intervento rischia di assumere connotazioni religiose e politiche internazionali, perché il sostegno in primo luogo saudita – e quindi sunnita – al governo vede l’appoggio iraniano – e quindi sciita – all’opposizione.
La richiesta di aiuto militare da parte di Manama è venuta all’indomani di una nuova manifestazione di sciiti che hanno occupato il quartiere degli uffici della città per chiedere riforme. Manifestazione duramente repressa dalla polizia, con un pesante bilancio di morti e feriti. In questo Paese, infatti, l’onda di manifestazioni popolari che sta investendo i Paesi arabi ha una connotazione particolare, perché unisce alle richieste di democrazia la protesta degli sciiti, numericamente la maggioranza della popolazione, contro i sunniti, che da due secoli detengono il potere.
Le autorità del Bahrein hanno chiesto alla popolazione di dare “piena cooperazione e il benvenuto” alle forze del GCC, a guida saudita. Riyadh, in proposito, si è preoccupata di diffondere una nota ufficiale per affermare che “il governo saudita ha confermato di aver risposto a una richiesta di aiuto da parte del Bahrein”.
L’arrivo degli “aiuti” non è stato ben accolto dagli sciiti. Il loro leader, Saeed al-Shehabi, parlando ieri alla televisione iraniana ha messo in guardia i sauditi, che se non rientreranno entro i loro confini “avranno conseguenze negative”. La presenza di militari stranieri, ha aggiunto, “potrebbe provocare una guerra nella regione, perché modificare l’equilibrio delle forze in questo momento è molto delicato, specialmente quando le rivoluzioni e le richieste della gente continuano a essere portate avanti”
Alle affermazioni di al-Shehabi ha dato manforte lo stesso governo di Teheran. Il governo che ha represso nel sangue le manifestazioni dei suoi dissidenti, tramite ministro degli esteri Ali Akbar Salehi ha chiesto di non usare “violenza contro la popolazione” del Bahrein, di “rispondere alle richieste dei manifestanti e rispettare i loro diritti”. (PD)
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