Trova oppositori l’idea che a Riyadh il Parlamento divenga elettivo
Membri anziani della famiglia reale ed i capi religiosi appaiono contrari alla riforma in senso democratico del Consiglio della Shura, attualmente di nomina reale, sulla quale re Abdullah era apparso possibilista.
Riyadh (AsiaNews/Agenzie) – Niente elezioni dirette per il Consiglio della Shura (il Parlamento saudita): sembra escluderle un importante esponente della famiglia reale saudita, dopo che una dichiarazione fatta da re Abdullah alcuni giorni fa era sembrata possibilista su tale questione. Attualmente i membri dell’assemblea, tutti uomini, sono nominati dal re.
“Quando vado alla Shura – ha detto il ministro degli interni, principe Nayef bin Abdul-Aziz ad Al Watan – incontro persone che sono del massimo valore nel Paese. Non è importante come sono arrivati qui, è importante la loro qualità”.
La settimana scorsa, re Abdullah, in un’intervista all’agenzia ufficiale SPA, non aveva escluso la possibilità di riforma del Consiglio. “Noi – aveva detto rispondendo ad una domanda sulla possibilità di elezioni parlamentari – pensiamo che il Consiglio della Shura rappresenti la società saudita e siamo contenti del suo lavoro”. “Stiamo comunque guardando ad una maggiore efficienza e non avremmo esitazioni a sostenere qualunque passo capace di portarla a livello ideale”.
Asceso al trono nel 2005, re Abdullah aveva promesso un programma di caute riforme e nello stesso anno era stato possibile eleggere la metà dei consiglieri comunali. Ciò aveva fatto nascere la speranza di elezioni anche per la Shura. Ipotesi osteggiata dai membri anziani della famiglia reale e dall’establishment religioso, nel timore di perdere potere.
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