Troppo “sexy”, fondamentalisti malaysiani cancellano il concerto di Avril Lavigne
Kuala Lumpur (AsiaNews/Agenzie) – Le sue movenze sul palco sono "troppo sexy” per un Paese a maggioranza islamica qual è la Malaysia, offende il "comune senso del pudore". Con questa motivazione il principale partito di opposizione malaysiano ha chiesto e ottenuto la cancellazione del concerto della rock-star Avril Lavigne, idolo dei ragazzini di mezzo mondo, la quale avrebbe dovuto esibirsi nella capitale Kuala Lumpur il prossimo 29 agosto.
L’ala giovanile più radicale del Pan-Malaysian Islamic Party, di chiara ispirazione musulmana integralista, sostiene che la cantante nelle sue esibizioni pubbliche “promuove valori sbagliati”; un affronto impensabile, sostengono i giovani del partito, a pochi giorni dalla celebrazione della festa di indipendenza del Paese, che cade il 31 di questo mese. “È troppo sensuale per noi… e non è un bello spettacolo per i giovani”, sostiene Kamarulzaman Mohamed, esponente del Pan-Malaysian Islamic Party, il quale sottolinea di voler evitare “una cattiva influenza sulla gioventù locale: accogliamo artisti puliti, che sappiano trasmettere i giusti valori”.
In seguito all'ondata di proteste nel Paese, questa mattina il ministero per le Arti, la Cultura e le Tradizioni ha deciso la cancellazione del concerto in programma il prossimo 29 agosto, nonostante le rassicurazioni dei promotori. Un portavoce del comitato organizzatore e vicino all’entourage della cantante canadese – che si è imposta alla ribalta internazionale con l’hit Complicated nel 2002 – ha negato che vi siano “elementi negativi” nelle esibizioni di Avril Lavigne: “Rispettiamo la cultura malaysiana”, ha affermato il portavoce il quale si diceva “fiducioso” sulle possibilità che la data venisse confermata dalle autorità. Il blocco imposto dal governo malaysiano chiude le polemiche e accontenta l'ala più radicale e oltranzista del Paese.
Le leggi della Malaysia prevedono che durante le esibizioni pubbliche siano indossati abiti conformi alla tradizione islamica, che non offendano la “morale pubblica” e non facciano "apologia alle droghe". Gli artisti devono inoltre coprirsi dal collo alle ginocchia e durante l’esibizione non posso saltare, urlare o baciarsi sul palco. Per la cantante canadese si prospettava quindi una versione “unplugged” del concerto, che poco si concilia con il suo carattere ribelle e provocatore.