Triangolo d'oro: dimezzata la produzione di oppio, ma cresce l'emigrazione
Yangon (AsiaNews/Agenzie) Nell'ultimo anno la produzione di oppio in Myanmar si è dimezzata grazie alla massiccia campagna promossa da Cina e Tahilandia, mirata ad estirpare la produzione di droga nel paese. Ma ciò sta creando gravi problemi alla popolazione locale, in vari modi dipendente dall'oppio.
Stime dell'ufficio di prevenzione dal crimine Onu (UNODC) affermano che la produzione di oppio nel "triangolo d'oro" al confine con Cina, Laos e Tahilandia dovrebbe calare del 54% nel 2004. Dal 1996, anno in cui si è registrato il picco nella produzione, il mercato della droga in Myanmar è sceso del 75%.
La notizia è positiva, ma i riflessi sociali destano preoccupazione: la popolazione vive una condizione di isolamento sotto la dittatura militare; per secoli l'economia nazionale si è basata sulla produzione di oppio. Oggi centinaia di migliaia di persone hanno problemi di dipendenza dalla droga e sopravvivono grazie agli aiuti internazionali.
Secondo fonti Onu, malattie e malnutrizione sono cresciute in maniera allarmante e le forniture di aiuti dall'estero riescono a sopperire solo in parte ai fabbisogni alimentari della gente.
"Nel triangolo d'oro la popolazione è diminuita di 60 mila unità" afferma Jean-Luc Lemahieu, responsabile dell'UNODC. "La gente fugge dal paese in cerca di una vita migliore; 2 farmacie su 3 hanno chiuso i battenti e anche le scuole si spopolano". Il funzionario Onu sottolinea che "Cina e Tahilandia hanno in programma una serie di iniziative per sostenere l'economia del Myanmar, ma questo non basta per soddisfare le necessità della popolazione".