26/07/2010, 00.00
INDIA - MYANMAR
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Tra le proteste inizia la visita del generale Than Shwe in India

di Nirmala Carvalho
A New Dlehi oltre 300 attivisti birmani chiedono al governo indiano maggiori pressioni sul capo della giunta per un futuro democratico in Myanmar. Tra le accuse anche le continue violazioni della libertà religiosa a danno delle minoranze etniche cristiane e buddiste. La visita, iniziata ieri, terminerà il prossimo 29 luglio e serve soprattutto per stringere nuovi accordi economici e militari tra i due Paesi.

New Delhi (AsiaNews) –  Oltre 300 attivisti birmani in esilio si sono dati appuntamento questa mattina al Jantar Mantar di New Delhi per protestare contro la visita in India del generale Than Shwe, capo delle giunta militare del Myanmar, iniziata ieri.

Gli esuli birmani hanno sollecitato il Primo ministro Manmohan Singh a prendere questa visita come un'opportunità per l’India, mostrando al leader della giunta che il Paese è a favore della libertà e della democrazia in Myanmar. Essi chiedono inoltre al governo indiano di fare pressioni sul rilascio della leader dell’opposizione birmana Aung San Suu Kyi e degli oltre 2mila oppositori politici in carcere.

Htun Htun, attivista birmano del Burma Centre Delhi (BCD), afferma ad AsiaNews: “Le misure repressive della giunta stanno causando enormi disagi tra la popolazione, che non ha diritti”. “Dopo il bando della Lega nazionale per la democrazia (Ndl) – aggiunge l’attivista - la situazione è diventata ancora più instabile”. Htun Htun dice che il clima di paura e intimidazione ha colpito soprattutto le minoranze etniche, molte delle quali cristiane, che subiscono continue violazioni della libertà religiosa da parte dei militari.

“Nello stato di Chin – afferma Htun Htun – circa l’80% della popolazione è cristiana. Di recente i soldati hanno distrutto chiese e rimosso i simboli religiosi, comprese le croci poste dagli etnici Chin in cima alle montagne. L’esercito ha preso di mira anche le opere di carità e ci sono state aggressioni contro diversi pastori protestanti”. L’attivista dice che la situazione non cambia nello stato di Karen a maggioranza buddista, dove le truppe hanno invaso i monasteri e rimosso i monaci che nel 2007 hanno sostenuto il movimento democratico. 

Oltre alle proteste degli attivisti birmani anche altre organizzazioni per i diritti umani hanno criticato la visita di Than Shwe. Ieri Human Rights Watch (Hrw) ha pubblicato un comunicato che invita il governo indiano a “non postporre il rispetto dei diritti umani a favore di interessi economici e di sicurezza”.

Il viaggio di Than Shwe si concluderà il prossimo 29 luglio. Per stemperare le polemiche autorità indiane e birmane hanno giustificato la visita con motivi religiosi. Than Shwe, che è di religione buddista, ha inaugurato il suo viaggio visitando la città di Budh Gaya (Bihar), dove Siddharta Gautama avrebbe ricevuto l’illuminazione dopo 49 giorni di meditazione. Secondo gli attivisti lo scopo della visita è invece quello di stringere accordi economici e rafforzare i controlli lungo i confini tra Myanmar e India dove operano gruppi ribelli. Da tempo Cina e India hanno “allungato i tentacoli” sulle ricchezze minerarie e naturali del sottosuolo birmano, alimentando i traffici e il potere della giunta militare. Inoltre la più grande casa automobilistica indiana “Tata” ha annunciato di recente il trasferimento di parte della produzione della vettura “Nano” in Myanmar. 

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