Tra divisione e apertura, anche i cristiani festeggiano il Nuovo Anno singalese
Secondo p. Sarath Iddamalgoda, sacerdote cattolico e attivista per i diritti umani, i cristiani possono partecipare alle celebrazioni se viste come un evento culturale: “Non potremmo partecipare ad ogni tipo di pratica, come il Nekath [rito di buon auspicio]. Perché come cristiani, ogni momento proviene da Dio, che ci ha già benedetti e resi santi. Invece, parteciparvi in un’ottica ‘culturale’ non è contrario alla nostra fede”. Il sacerdote spiega che nell’Aluth Aruvudda le persone esprimono nuovi desideri e prendono nuove decisioni per la loro vita; le famiglie si riuniscono; le comunità stanno insieme. “Dovremmo incoraggiare queste pratiche per tutti – dice – ma non spingere i fedeli cristiani a seguirle”.
Fa eco a p. Iddamalgoda anche il vicario generale della diocesi di Mannar, p. Victor Soosai: “Come cristiani non possiamo seguire rituali come questi. Tuttavia, dal momento che viviamo insieme a persone di altre culture, è giusto prendere il buono che queste hanno da offrire”.
Più netto il pastore Dimuth Fernando, dei Living Words Ministries, che afferma: “È doloros che alcune Chiese stiano incoraggiando i propri fedeli a seguire questi rituali. Essi sono contrari a Gesù. Dio ha creato il sole, la luna e le stelle… dobbiamo celebrare il Signore, non le cose da lui create”.
Alcuni cristiani, che hanno preso parte ad alcuni rituali, hanno spiegato ad AsiaNews perché hanno deciso di festeggiare il Aluth Avurudda: “È una festa che lega persone di diverse nazionalità e religioni. Inoltre, è un’espressione di costumi sociali e buone maniere, che offrono l’occasione di promuovere l’armonia interreligiosa e interculturale”.17/04/2018 10:02
27/05/2021 11:26