Torna a crescere la tensione tra Damasco e Beirut
Posti di blocco siriani in territorio libanese, mandati di cattura di Damasco contro esponenti politici di Beirut, continui rinvii dell'incontro tra il presidente Bachar al-Assad e il premier libanese Fouad Siniora i fattori che alzano la temperatura dei rapporti tra i Paesi.
Beirut (AsiaNews) Tensione nuovamente crescente tra Siria e Libano, mentre l'Onu si prepara ad esaminare il rapporto sulla esecuzione della risoluzione 1559, nella quale Usa e Francia dovrebbero presentare un progetto che indurisce ulteriormente l'atteggiamento internazionale verso Damasco. Posti di blocco siriani in territorio libanese, mandati di cattura di Damasco contro esponenti politici di Beirut, continui rinvii dell'incontro tra il presidente Bachar al-Assad e il premier libanese Fouad Siniora i fattori che alzano la temperatura dei rapporti tra i Paesi.
Ufficialmente motivati dalla lotta al contrabbando, i blocchi siriani in Libano stanno rendendo molto difficile, se non impedendo il passaggio delle merci tra i due Paesi e verso gli altri Paesi arabi, come l'Iraq. Di fronte poi alla dichiarata attesa da parte del primo ministro libanese Fouad Senioura di incontrare Assad, il segretario del Consiglio superiore di coordinamento libano-siriano Nasri Khoury, ha detto che l'incontro si sta preparando "con cautela, prudenza e studio approfondito, senza nessuna fretta da parte siriana". Ci sono poi le convocazioni giudiziarie, emtro sette giorni, da parte del massimo tribunale siriano di tre responsabili libanesi, il leader druso Walid Joumblatt, il ministro Marwan Hamade ed il giornalista Fares Khachan, ed il proseguire degli attacchi dela stampa siriana contro la politica del governo libanese e il primo ministro Fouad Seniora, considerato "responsabile del peggioramento dei rapporti tra i due Paesi vicini e mercenario del mercato americano". La stampa, strettamente controllata, indica "la via del dialogo sincero come l'unica capace di far uscire il Libano dalla crisi attuale", ma parla anche del "rischio che corre il Libano, se prosegue questa politica sbagliata".
Dei rapporti tra Siria e Libano parlano anche i vescovi maroniti, nel comunicato diffuso al termine della loro riunione mensile, svoltasi ieri, sotto la presidenza del patriarca Nasrallah Sfeir. I presuli chiedono alla comunità internazionale di trovare una soluzione "giusta e permanente del problema palestinese" ed auspicano il rilancio dei rapporti tra Libano e Siria, che devono essere basati sul "rispetto reciproco e sulla sovranità ed indipendenza dei due Paesi". Il documento critica le ultime misure prese dall'esercito siriano sulle frontiere libanesi, mezzi di pressione che "non devono essere effettuati in questa maniera e che potrebbero essere causa di una nuova tensione che potrebbe peggiorare di più i rapporti".
Quanto alla situazione interna libanese, i vescovi hanno lanciato un nuovo appello a tutti i responsabili, perché rispettino la nobile tradizione del Libano e riprendano la via del dialogo, iniziata il 2 marzo scorso.
Nel comunicato si sottolinea l'urgenza di trovare una soluzione a tutte le crisi sociali, dovute all'aggravarsi della situazione economica, si chiede al governo di elaborare un "progetto capace di aiutare il popolo libanese ad uscire dalla crisi e far fronte alle molte sfide che colpiscono il Libano, si esortano i responsabili a rispettare il "tessuto sociale del paese, per coinvolgere tutti i libanesi nel processo della ricostruzione" e si auspica "il rispetto dei diritti di tutte le comunità religiose presenti in Libano, in modo armonico e giusto".
I vescovi maroniti hanno infine implorato l'intercessione della Madonna, Nostra Signora del Libano, in questo mese di maggio, invitando tutti i libanesi a guardare verso questa madre "unica protettrice del Libano, della sua storia e delle sue comunità religiose".