Tolto il bando alla carne suina mentre vi sono nuove morti
Il problema della sicurezza nell'alimentazione e della sanità negli allevamenti investe pollame, suini, anguille e pesci.
Pechino (AsiaNews) Il governo ha tolto il bando sull'esportazione di carne suina, mentre nel sud della Cina e ad Hong Kong continuano a morire persone vittime dello streptococcus suis, un batterio letale per l'uomo, presente in molti allevamenti della Cina centrale.
I maiali provenienti dal Sichuan, Henan e Guangdong presentano da circa un mese nuove mutazioni di un batterio, lo Streptococcus suis, che si trasmette ed è mortale per l'uomo. Nello scorso mese sono morti circa 40 allevatori solo nella prima provincia, che esporta carne suina in tutta la Cina e ad Hong Kong.
Li Changjiang, ministro dell'Amministrazione generale statale della Supervisione qualitativa, ispezione e quarantena ha detto oggi che il focolaio del Sichuan "è ormai sotto controllo", mentre il ministero cinese dell'Agricoltura ha fatto sapere che nell'Henan "non vi è alcun pericolo di infezione".
Da Shenzhen, dove è morto un uomo di 28 anni, Wang Xuewei, direttore generale dell'Ufficio industria e commercio afferma: "Per essere onesti, non abbiamo attrezzature adeguate o un'esperienza tale per prevenire in maniera corretta questi episodi. La nostra preparazione non è sufficiente". Il problema più pressante "è quello dei macelli". "In città continua Wang non abbiamo abbastanza macelli moderni e quello dei mattatoi illegali è un problema serio".
Il problema di una verifica sulla qualità del cibo prodotto in Cina è ancora più pesante, dopo la scoperta che le anguille e i pesci degli allevamenti cinesi sono trattati con malachite verde, un fungicida cancerogeno. La malachite serve a far cicatrizzare la pelle delle anguille ed ha funzioni di steroide per i pesci fino a due anni.
Oggi Pechino ha rivelato che su 44 allevamenti analizzati fino ad ora, 13 sono stati trovati affetti dal fungicida cancerogeno. In Cina l'uso di questa sostanza negli acquari è proibito dal 2002, ma dai dati rilevati si vede che il bando non è mai stato rispettato. La concentrazione di malachite varia da 1,2 microgrammi per chilo a 900 microgrammi per chilo. Kwok Ka-ki, legislatore di Hong Kong in campo medico, dice: "Lo standard mondiale sulla pericolosità di questo elemento chimico dice che qualunque dose possa essere rilevata è dannosa".
Gli scandali collegati all'alimentazione in Cina e riguardanti coltivazioni, controlli inadeguati ed allevamenti illegali sono in continuo aumento. Dalla Sars, legata allo zibetto, si è passati all'influenza dei polli, allo streptococco nei suini e alla malachite verde.
Il problema è sentito in maniera profonda ad Hong Kong: l'ex colonia è una delle maggiori importatrici di carne suina dal Sichuan e di anguille del Guangdong ed ha già pagato più volte il prezzo della mala sanità e del disinteresse della Cina continentale nei suoi confronti, soprattutto all'epoca della Sars. Ieri ad Hong Kong è morta la decima vittima per lo streptococco suino, una donna di 79 anni.
Personalità ed editorialisti si chiedono se sia il caso di pagare ancora una volta un prezzo di vite umane e disinteresse per "salvare la faccia" a Pechino o se non sia il caso di chiudere le frontiere e non importare più nulla. Le autorità di Hong Kong, per il momento, sposano in pieno la prima linea di condotta e chiedono alla Cina solo dei "controlli" sulle esportazioni. Intanto gli allevatori ittici protestano per il calo delle vendite. Anche la Hong Kong and Kowloon Fresh Fish Association chiede a Pechino di rafforzare i controlli e rilasciare certificati di integrità che servano a tranquillizzare i compratori.