26/06/2006, 00.00
TIMOR EST
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Timor Est: si dimette il primo ministro Alkatiri

La decisione, annunciata in conferenza stampa, è ritenuta cruciale per uscire dalla grave crisi politica, in cui il Paese versa da due mesi. "Lacrime di gioia" tra la popolazione, che ricomincia a sperare.

Dili (AsiaNews) – Il primo ministro di Timor Est, Mari Alkatiri, si è dimesso. A dare l'annuncio lo stesso premier, che ha spiegato di volere in questo modo mettere fine alla crisi politica e istituzionale apertasi due mesi fa nel giovane Paese. Alla notizia, attesa da settimane, la popolazione ha reagito con "lacrime di gioia".

"Con rincrescimento per la situazione che prevale nel Paese, considerando che gli interessi più alti sono quelli della nostra nazione, dichiaro di essere pronto a dimettermi dalla mia posizione di premier", ha annunciato Alkatiri in conferenza stampa.

Una suora salesiana a Comoro, periferia di Dili, racconta ad AsiaNews che "si vede molta gente piangere", tra i rifugiati accorsi nella loro casa in cerca di riparo dagli scontri scoppiati il mese scorso nella capitale tra bande armate rivali. "La gioia è immensa – aggiunge – ora nutriamo tutti grandi speranze che la situazione si normalizzi". Dall'inizio dei disordini a Dili le strutture dei salesiani ospitano più di 40 mila sfollati tra case e scuole, senza contare le chiese. In tutto si parla di 100 mila persone in fuga dalla capitale verso villaggi e luoghi più sicuri.

La crisi ha avuto inizio in aprile, dopo la decisione di Alkatiri di radiare dall'esercito 600 soldati, il 40% delle forze armate, che "scioperavano" lamentando discriminazioni su base etnica. I soldati ribelli si sono scontrati con i lealisti e si sono poi rifugiati sulle colline. Le bande rivali hanno quindi preso possesso delle strade nell'assenza di forze di sicurezza. La situazione è precipitata dopo le accuse mosse questo mese al premier di aver reclutato squadroni della morte per eliminare i suoi oppositori e aver ordinato all'allora ministro degli Interni, Rogerio Lobato, di distribuire armi a miliziani civili. Al momento Lobato è incriminato e agli arresti domiciliari.

Nonostante le numerose pressioni a lasciare l'incarico espresse anche da popolazione, esercito e dall'influente Chiesa cattolica, Alkatiri è sempre rimasto impassibile. Ieri il Fretilin - partito di maggioranza, a cui appartiene lo stesso premier - gli aveva confermato il suo sostegno, scontrandosi così con le posizioni del presidente, Xanana Gusmao, che chiedeva di indicare un nuovo leader. Il Comitato centrale del Fretilin ha spiegato che rimuovere il premier sarebbe stato un gesto anti-costituzionale e contro i principi della democrazia.

In segno di protesta, subito dopo due ministri si sono dimessi: il popolare ministro degli Esteri e della Difesa, Josè Ramos Horta e quello delle Comunicazioni, Ovidio Amaral. Lo scorso 22 giugno lo stesso capo di Stato aveva minacciato di dimettersi se Alkatiri non si fosse allontanato.

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