Tigri tamil: "nullo" il cessate-il-fuoco, è guerra in Sri Lanka
Lo dichiara un leader dei ribelli a Trincomalee, dove l'esercito governativo ha lanciato ieri un'offensiva di terra dopo 4 giorni di raid aerei.
Colombo (AsiaNews/Agenzie) È di nuovo guerra in Sri Lanka tra esercito governativo e ribelli delle Ltte (Tigri per la liberazione della patria tamil), che hanno dichiarato "nullo e senza effetto al momento" l'accordo di cessate-il-fuoco, in vigore dal 2002. A descrivere così la situazione è S. Elilan, leader dell'ala politica delle Tigri nel distretto orientale di Trincomalee. Questa mattina egli ha aggiunto che le truppe del governo continuano ad avanzare verso il territorio controllato dalle Ltte per una disputa legata al rifornimento idrico. "La guerra è cominciata - ha detto ed è il governo, che l'ha iniziata". Elilan non è il portavoce principale delle Tigri, ma è uno dei funzionari superiori .
Negli ultimi mesi il cessate-il-fuoco è stato violato più volte da entrambi le parti, facendo 700-800 morti, fra cui molti civili. Dal 27 luglio nel nord-est, sono in atto scontri tra Ltte e forze governative, che hanno lanciato una serie di raid aerei contro le postazioni dei ribelli. Ma oltre alle incursioni aeree da ieri si combatte anche a terra. Colombo ha lanciato un'offensiva per liberare il canale di Mavilaru nei pressi del villaggio di Kallar, Trincomalee - che porta irrigazione ai contadini cingalesi, ma che è stato bloccato dalle Tigri. Secondo i ribelli, però, questo è solo un pretesto per penetrare nei territori sotto il loro controllo.
In seguito al progressivo aggravarsi della situazione, Danimarca e Finlandia hanno deciso di ritirarsi dalla missione di monitoraggio della tregua (Slmm), costituita da osservatori di cinque Paesi del nord Europa. Questo accontenta le Tigri, che avevano chiesto agli stessi osservatori di andarsene entro il primo settembre prossimo, dopo che l'Unione Europea li aveva definiti "terroristi".