Tibet, monaco "rapito" dalle forze di sicurezza cinesi
Human Rights Watch denuncia da agosto la sparizione del religioso, Sonam. Dietro le fastose celebrazioni ufficiali per il 40° anniversario della creazione della Regione autonoma del Tibet tibetani rapiti e intere famiglie spostate con la forza in campagna per semplici sospetti.
Lhasa (AsiaNews/Agenzie) Le forze di pubblica sicurezza cinesi hanno portato via il 21 agosto un monaco tibetano di nome Sonam dal palazzo Potala a Lhasa. Lo riferisce l'Organizzazione non governativa per la tutela dei diritti Human Rights Watch (Hrw), secondo cui il religioso è detenuto per ragioni politiche.
Il monaco è stato "rapito" su un veicolo privo di targa dopo essere stato attirato con una scusa presso un'uscita posteriore del palazzo. Secondo Hrw la polizia fa spesso uso di veicoli non ufficiali per il trasporto dei detenuti. Da allora nessuno ha visto Sonam.
"E' vergognoso commenta Brad Adams, direttore di Hrw per l'Asia - che le forze di sicurezza cinesi facciano sparire le persone per il semplice sospetto di opinioni politiche che giudicano non accettabili. Portano via una persona solo per quello che potrebbe pensare o avere talvolta detto. Questo significa che le promesse della Cina di migliorare il rispetto dei diritti umani sono, nell'ipotesi migliore, parole vuote."
"Siamo molto preoccupati prosegue Adams - per le condizioni fisiche di Sonam, visto il trattamento spesso riservato ai tibetani detenuti. Occorre che il governo cinese faccia una dichiarazione ufficiale in cui dice dove è tenuto e permetta l'immediata visita a un avvocato indipendente o ai familiari."
Hrw riporta alcune voci, non confermate, secondo cui altri 2 monaci di Potala sono stati portati via insieme a Sonam.
Sonam, 40 anni circa, è uno dei primi monaci cui fu permesso di frequentare il palazzo Potala residenza invernale del Dalai Lama dal 1648 - dopo la sua riapertura alcuni anni dopo la fine della rivoluzione culturale (1966/76). Era custode presso il tempio di Maitreva, all'interno del palazzo. Fu anche scelto quale delegato per un viaggio ufficiale in Nepal alla metà degli anni '90.
Secondo Hrw la vicenda è direttamente collegata allo stato di massima allerta dichiarato in occasione delle celebrazioni per il 1° settembre, 40° anniversario della creazione della Regione autonoma del Tibet (Tar). Vengono riferiti altri casi di "detenzione preventiva" in questo periodo. Il sarto Sonam Gyalpo è stato portato via e detenuto dalle forze di sicurezza ed è stato liberato lo scorso 25 agosto.
Prima del 40° anniversario sono stati oggetto di "azioni preventive" anche parecchi tibetani che avevano compiuti viaggi non autorizzati in India, anche anni fa. Pechino vuole impedire visite a Dharamsala, la residenza del Dalai Lama in India. Molti cittadini residenti a Lhasa sono stati banditi dalla capitale e fatti trasferire in villaggi rurali, insieme alle famiglie, con obbligo di presentarsi alla locale polizia ogni giorno fino al 10 settembre, termine del periodo di allerta.
Nel recente viaggio in Canada il presidente Hu Jintao, il 9 settembre, ha ripetuto che la Cina considera il Tibet "una parte non rinunciabile del territorio cinese" e ha chiesto al Dalai Lama di "rinunciare alla proposta di un Tibet indipendente". Hu è stato segretario del Partito comunista della Tar dal 1988 al 1992, un periodo di dimostrazioni di piazza e di applicazione della legge marziale.
27/06/2019 11:40
08/07/2019 09:01