01/06/2011, 00.00
CINA – TIBET
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Tibet, Pechino proibisce persino i rituali religiosi

Le autorità comuniste hanno impedito ai fedeli tibetani il digiuno rituale del mese di Saka Dawa – il più importante di tutta la religione buddista – per motivi politici: temono infatti che persino i raduni religiosi possano divenire una protesta anti-cinese.
Dharamsala (AsiaNews) – Il governo centrale cinese ha prima fermato e poi proibito del tutto il Nyung Ne (il digiuno rituale osservato dai fedeli buddisti nel mese di Saka Dawa) per i monaci e i fedeli del monastero di Drepung, uno dei “tre grandi” luoghi di culto del Tibet. Le autorità stanno combattendo da mesi contro il monastero, dove si riuniscono tutti coloro che non vogliono la dominazione comunista della regione. Fino ad oggi, però, avevano lasciato libere le pratiche religiose.

Il Saka Dawa è il periodo più importante per i seguaci del buddismo tibetano, perché ricorda la nascita, l’illuminazione e la morte del Buddha. Nel corso dell’intero mese si osservano 15 giorni di digiuno totale in cui monaci, monache e fedeli passano il tempo insieme, a leggere i testi sacri e discutere di religione. Fermato una prima volta durante la sollevazione popolare del 2008, il Nyung Ne era stato celebrato – anche se in forma minore – negli anni scorsi.

Quest’anno il monastero ha chiesto più volte al governo della regione di permettere le normali celebrazioni, anche per consentire una ripresa della vita quotidiana della regione. Non avendo ricevuto risposta, il 30 maggio scorso un buon numero di fedeli si è avvicinato verso il monastero dove i monaci stavano preparando le prime celebrazioni. Subito, denuncia oggi il Tibetan Centre for Human Rights and Democracy, sul posto è arrivata la polizia locale e ha fermato tutto.

Gli agenti hanno identificato i fedeli e li hanno rimandati a casa, nonostante si trattasse per la maggior parte di anziani che avevano affrontato un lungo viaggio per festeggiare il Nyung Ne. I monaci hanno chiuso per protesta i battenti del monastero, dove ora – temendo possibili proteste – le autorità hanno dispiegato circa 60 agenti in tenuta anti-sommossa. 

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