Thailandia: nuove speranze per i migranti del Myanmar colpiti dallo tsunami
Molti di loro, privi di documenti e permesso di soggiorno, sono rimasti esclusi dagli aiuti statali per lo tsunami. Ora il governo del Ranong prevede aiuti specifici. L'impegno di cattolici per aiutare i bambini burmesi.
Ranong (AsiaNews) - In Thailandia l'aiuto pubblico per la popolazione colpita dallo tsunami non ha beneficiato i molti migranti stranieri, privi di documenti e di identità ufficiale. Ora il governo del Ranong li vuole aiutare, mentre la comunità cattolica lo fa da tempo.
Gli aiuti del governo sono ritenuti, da un sondaggio, "non adeguati" nel lungo periodo, mentre "insufficiente" è il sistema di controllo contro nuovi tsunami e la popolazione colpita dal disastro ancora non sa come guadagnarsi da vivere. Sono le principali critiche emerse dall'indagine svolta tra il 13 e il 21 dicembre su un campione casuale di 1.500 abitanti nell'area colpita un anno fa dallo tsunami. Uno dei principali problemi è l'aiuto per i numerosi cittadini del Myanmar qui immigrati in modo irregolare.
"Sono stato appena informato - dice Pakawin Sanpon, direttore del Centro governativo per gli aiuti nel Ranong - da Maekin Tawavikul, governatore del Ranong, che il governo ha deciso di dare aiuto a oltre 2 mila migranti qui stanziati, che hanno nazionalità burmese, ma ascendenti thailandesi. Queste persone risiedono nel Ranong da molto tempo ma non vogliono comparire per paura di essere arrestati perché sono privi di documenti d'identità e di permesso di lavoro e non possono presentare regolare domanda per gli aiuti statali".
"Con i pochi fondi - racconta padre Matthew Manop Phongla-eead, rettore della Congregazione degli stimmatini - la Fondazione degli stimmatini e la Congregazione delle suore di S. Paolo di Charters hanno provveduto alle necessità essenziali di 96 bambini burmesi, in accordo con i Diritti dei bambini affermati dalle Nazioni Unite. Purtroppo il governo thailandese non dà attuazione a questi diritti in modo più concreto a causa della Legge per la sicurezza nazionale".
Padre Warunyu Laobunma, parroco presso la chiesa del Sacro cuore di Gesù e responsabile per il Progetto di aiuti, ha costituito un gruppo che provvede all'educazione, l'alimentazione e l'igiene dei 96 bambini. "Ogni giorno - dice - queste persone portano i bambini dalla loro 'casa' al nostro centro. Qui Mosè, un seminarista del Myanmar che si prepara a diventare prete, e un insegnante insegnano loro la lingua Thai, la lingua burmese e la matematica. I bambini imparano anche a vivere una vita semplice con dignità... a non rubare, non dire bugie, e così via".
"La comunità burmese - aggiunge - è molto povera. Ogni famiglia ha non meno di 5-6 bambini che vivono in una piccola stanza. Molti di loro si guadagnano da vivere con il lavoro o la pesca, con un guadagno mensile tra 1000 e 5 mila baht (tra 25 e 125 dollari Usa). Questi bambini crescono cercando tra i rifiuti qualcosa che sia ancora 'utile'. La ragazze ricevono richieste di 'prestazioni sessuali' in cambio di denaro."
Per il prossimo anno scolastico, che inizia a maggio - continua - i responsabili per questi aiuti vogliono mandare 20 dei 96 bambini a frequentare le scuole pubbliche, pagando loro tasse, libri, uniformi, eccetera. Non è possibile mandarli in scuole cattoliche perché è proibito dalla Legge per la sicurezza nazionale. Ma al termine degli studi riceveranno solo una lettera che attesta che hanno frequentato la classe, ma non una certificazione ufficiale come gli altri scolari, perché non hanno documenti per accertare la loro vera nazionalità