Thailandia, verso l'abolizione della legge marziale
La proposta della giunta, approvata dal Gabinetto, sarà effettiva però solo in modo parziale. La legge marziale rimarrà in vigore nelle province del sud, dove per mancanza di sicurezza chiudono tutte le scuole pubbliche. Il ministro della Difesa vola in Malaysia per cercare una soluzione alla crisi.
Bangkok (AsiaNews) Le forze armate thailandesi hanno intenzione di abolire la legge marziale in alcune province del Paese, compresa Bangkok. La legge marziale, che ha comportato restrizioni a Internet e alla stampa e ai raduni politici e pubblici, era stata proclamata con il colpo di Stato del 19 settembre scorso.
Il Consiglio per la sicurezza nazionale (CNS), come si è denominata la giunta militare golpista, ha sottoposto la sua proposta al Gabinetto, che oggi ha dato la sua approvazione. Ancora non è noto da quando il provvedimento avrà effetto e per quali province. La giunta ha più volte puntato il dito contro "correnti sotterranee" nel nord rurale, dove è più forte il sostegno popolare all'ex primo ministro Thaksin, deposto con il colpo di Stato. Sulla decisione del governo si aspettano ulteriori dettagli nella tarda serata di oggi. La proposta ora dovrà essere firmata dal re Bhumibol Adulyadej.
Di sicuro resteranno sotto la legge marziale le province meridionali, al confine con la Malaysia, dove sono in aumento gli attentati attribuiti ai separatisti islamici. E la questione delle province di frontiera, a maggioranza musulmana, sarà al centro della visita di tre giorni che il ministro thailandese della Difesa, Boonrawd Somtas, ha iniziato oggi in Malaysia. Con lui anche il capo dell'esercito e leader del colpo di Stato, gen. Sonthi Boonyaratglin.
Intanto tutte le scuole pubbliche di Pattani, Narathiwat e Yala hanno deciso di rimanere chiuse "a tempo illimitato" in seguito agli incendi dolosi a aggressioni a istituti e al corpo docente, nei quali la settimana scorsa due insegnanti buddisti sono stati uccisi.