Thailandia, inizia oggi il rimpatrio forzato dei hmong in Laos
Bangkok (AsiaNews) – Nonostante le proteste di vari gruppi per la difesa dei diritti umani, il governo thailandese ha confermato l’intenzione di rimandare in Laos un gruppo di 4.506 hmong, l’etnia che nel Paese d’origine è vittima di discriminazione e repressione. L’operazione di rimpatrio dovrebbe iniziare oggi: cento camion sono in attesa per trasferire il gruppo dalla provincia di Petchaboon a quella di Nongkhai.
Secondo il primo ministro di Bangkok, Abhisit Vejjajiva, “la procedura di rimpatrio avverrà secondo quanto stabilito dalle norme sui diritti umani. Inoltre, un gruppo di dirigenti del governo laotiano ha già visitato il centro di Huay Nam Khaow [dove sono tenuti gli esuli ndt] e ha garantito ai hmong che saranno accolti con tutte le garanzie, nel loro rientro in patria”.
Conosciuti come “gli alleati dimenticati degli Stati Uniti”, i hmong laotiani si sono schierati con gli Usa durante la guerra del Vietnam. Molti membri dell’etnia hanno abbandonato il Paese nel 1975, quando ha preso il potere il gruppo comunista del Pathet Lao. Decine di migliaia di hmong vivono oggi in America.
Il governo di Washington e le Nazioni Unite hanno espresso “preoccupazione” per quello che definiscono “un rimpatrio forzato” e per il destino che attende i hmong una volta rientrati in patria. Il Dipartimento di Stato americano ha dichiarato: “Condanniamo questa seria violazione dei principi umanitari internazionali, un campo in cui la Thailandia ha sempre mantenuto un primato”.
Alcuni membri dell’etnia potrebbero però rimanere in Thailandia, se riconosciuti come esuli politici. Tuttavia, il governo di Bangkok non ha permesso ai membri del Consiglio per i diritti umani dell’Onu di entrare nel campo per verificarne le condizioni. Sunai Pasuk, membro di Human Rights Watch, dice: “L’esecutivo deve consentire alle branche dell’Onu di fare il proprio lavoro. Altrimenti dovrà sottostare alle critiche della comunità internazionale”.