Thailandia, ex sospetto terrorista eletto senatore
Nel 2003 Waemahadee Waeda-oh è stato arrestato e poi riconosciuto innocente. In un Paese a maggioranza buddista, dice che la minoranza musulmana si riconosce nelle sue sofferenze e vuole la fine delle violenze nel sud.
Bangkok (AsiaNews/Agenzie) Un anno fa Waemahadee Waeda-oh era sotto processo come membro di Jemaah Islamiah (Ji), rete terrorista islamica, legata ad al-Qaeda. Pochi giorni fa è stato eletto senatore con una maggioranza schiacciante.
Il 16 maggio 2003 Waemahadee e altri tre islamici thailandesi erano stati indicati alla polizia come membri del gruppo da Arifin bin Ali, di Singapore, presunto esponente della Ji, allora detenuto a Bangkok e poi rimpatriato. L'accusa era di aver partecipato a vari attentati terroristici, tra cui quello di Bali del 2002. Nel giugno 2005 il tribunale di Bangkok li ha assolti per "mancanza di qualsiasi prova".
"Per questo incidente dice Waemahadee, 43 anni ho dovuto vivere nella paura e nel timore. Qui la gente vive ogni giorno una situazione simile, mi hanno votato, perché rappresento i loro problemi".
In una delle tre province meridionali a maggioranza islamiche all'interno di un Paese a maggioranza buddista - Waemahadee ha ottenuto 100 mila voti, tre volte di più di ogni altro candidato della zona. Nel sud del Paese dal 2004 non si fermano gli scontri tra guerriglieri islamici, che chiedono l'indipendenza, e le truppe governative. Le violenze hanno già causato oltre 1.100 morti tra la popolazione locale. I ribelli fanno frequenti attentati contro soldati e civili, l'esercito può portare via e mettere in prigione chiunque sia sospettato di aiutare i ribelli.
"Ora il governo prosegue il neo senatore sembra voler ottenere la fiducia della popolazione, ma chi ha visto i parenti minacciati o portati via dalla polizia rimane scettico". "La mia netta vittoria prosegue dimostra che la popolazione vuole che la situazione cambi".
Il premier Thaksin Shinawatra ha lanciato da aerei milioni di volantini con scritto "pace", ma ha anche imposto nella zona la legge marziale, che consente la detenzione senza limite e senza formale accusa per chi è "sospettato" di avere collegamenti con i ribelli. Proprio durante le elezioni del senato, il 19 aprile, i ribelli hanno ucciso due poliziotti e tre civili ferendone altri 30, in gran parte membri del partito Thai Rak Thai del premier Thaksin.
"Nelle tre province islamiche merdionali osserva Bukhoree Yeema, studioso dell'Istituto Raiabhat nella provincia di Songkhla la gente vota chiunque sia contro il governo". (PB)