Thailandia, due morti nell'anniversario delle violenze nel sud
Dal 4 gennaio 2004 oltre 1000 i morti tra musulmani e buddisti.
Bangkok (AsiaNews/Agenzie) Ancora morti nel sud della Thailandia, che proprio oggi ricorda il secondo anniversario dello scoppio delle violenze nelle province meridionali a maggioranza musulmane. La polizia ha reso noto che un capo villaggio nella provincia di Pattani è stato ucciso ieri a colpi di arma da fuoco mentre rientrava a casa dalla moschea dove era impegnato come volontario nella sicurezza.
Lo stesso tipo di attività svolgeva anche un vice capovillaggio della vicina provincia di Narathiwat, ucciso oggi in un negozio di thé. La polizia sospetta che dietro entrambi gli omicidi ci sia la mano di militanti islamici.
Le violenze nel sud della Thailandia sono scoppiate il 4 gennaio 2004, quando alcuni militanti hanno assaltato un deposito di armi a Narathiwat. Da allora qui e nelle province di Pattani e Yali, sono morte più di mille persone - tra musulmani e buddisti - in attentati quasi quotidiani.
Nessun gruppo rivendica gli incidenti. Il governo accusa i militanti islamici. Analisti ritengono che la responsabilità sia di alcuni rivoltosi islamici, che agiscono insieme a gruppi criminali e contrabbandieri. I ribelli vogliono la secessione dal resto del paese e l'annessione con la confinante Malaysia. Vi è anche l'ipotesi che criminali e funzionari corrotti possano utilizzare i disordini nella zona come copertura per sistemare dispute interne.
Nella regione il governo ha dispiegato circa 30 mila soldati e poliziotti, di cui i locali lamentano maltrattamenti e soprusi.