Terzo attacco aereo delle Tigri, il governo rassicura il Paese
Colombo (AsiaNews) – Il governo dello Sri Lanka giura di distruggere la forza aerea delle Tigri tamil, che ieri hanno lanciato il loro terzo attacco dal cielo in poco più di un mese. A causa di questo, diverse linee aeree hanno sospeso i loro voli nello Sri Lanka . Come sempre negli scontri tra ribelli ed esercito governativo accuse, conferme e smentite si rincorrono ed è difficile stabilire la verità. Secondo Colombo, due aerei leggeri dei separatisti hanno tentato un raid sulla capitale, sventato dal sistema di difesa nazionale; questo ha costretto i due velivoli a sganciare le 4 bombe che trasportavano su due differenti zone: Kolonnawa e Muthurajawela, a circa 15 km dalla città, senza creare danni a persone e strutture. Subito dopo un comunicato diffuso dal ministero dell’Informazione assicurava il Paese che Colombo “adotterà tutte le misure possibili per distruggere la flotta aerea dell’Ltte” (Tigri per la Liberazione del Tamil Eelam), il gruppo che dal 1983 combatte per la secessione del nord ed est dello Sri Lanka dal governo cingalese.
Diversa la versione fornita dal sito TamilNet, vicino alle Tigri, secondo il quale l’operazione è stata compiuta “con successo”: gli aerei hanno bombardato due depositi di carburante dell’aviazione militare nazionale alla periferia della città. Non ci sono state vittime, salvo alcuni feriti lievi, e i mezzi sono entrambi rientrati alla base aerea di Vanni. Il portavoce dei ribelli, Irasiah Ilanthirayan, ha dichiarato che il raid era una rappresaglia contro i bombardamenti governativi sui sobborghi di Kilinochchi, la “capitale” del territorio controllato dalla guerriglia.
La nuova incursione aerea dell’Ltte ha seminato il panico tra la popolazione, incollata alla tv per seguire la propria nazionale di cricket nella finale di Coppa del mondo contro l'Australia. Quello di ieri è stato il terzo attacco aereo in tutta la storia delle Tigri, primo gruppo di guerriglia armata al mondo a dotarsi di una forza di aviazione. I raid sulla capitale sembrano però non turbare il governo, convinto che la nuova tattica dei ribelli non è che la reazione alle sconfitte subite negli ultimi mesi sul terreno, in seguito alla massiccia offensiva dell’esercito nazionale. Il confronto tra le due parti ha già fatto mille morti dall’inizio del 2007 e oltre 65mila dal 1983.
28/07/2020 12:55