Terza visita per Gambari in Myanmar. Un nuovo fallimento?
L’inviato speciale Onu è arrivato in Birmania per quella che è la sua terza visita dopo la crisi di settembre. Ancora vaga l’agenda del diplomatico: non è certo fino a quando rimarrà e se potrà incontrare il generalissimo Than Shwe.
Yangon (AsiaNews) – L’inviato speciale Onu per il Myanmar, Ibrahim Gambari, è arrivato oggi nel Paese per compiere la sua terza visita da settembre scorso, quando il regime militare ha represso nel sangue le proteste anti-governative guidate dai monaci buddisti. È la sua prima possibilità di incontrare faccia a faccia i leader della giunta militare dopo l’annuncio del referendum di maggio sulla nuova bozza di Costituzione. L’iniziativa è stata definita “vergognosa” dall’opposizione democratica, che non ha partecipato alla stesura della controversa Carta.
L'agenda della missione Onu non è ancora definita. L’inviato resterà in Birmania il "tempo necessario" - probabilmente fino a domenica - e non si sa ancora chi dei generali riuscirà ad incontrare. Nella sua ultima visita, il leader della giunta Than Shwe si era negato. Gambari dovrebbe invitare i membri della giunta militare a coinvolgere nel processo elettorale anche la leader dell'opposizione, Aung San Suu Kyi, e tutta l'opposizione democratica. Si nutrono poche speranze che i militari facciano concessioni nei confronti del Premio Nobel per la Pace Suu Kyi, agli arresti domiciliari per 12 degli ultimi 18 anni.
Per la popolazione e gli analisti birmani quello che nel 2006 – anno in cui Gambari ha assunto l’incarico all’Onu – era visto come l’ “angelo della speranza”, rischia ora di passare agli annali come l’ennesimo diplomatico internazionale sconfitto dagli “astuti generali”. “Negli ultimi sei mesi – notano esperti della dissidenza all’estero – non solo non è stato ascoltato nelle sue richieste, ma ha dato tempo alla giunta di consolidare il suo potere”.
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