02/10/2004, 00.00
INDONESIA
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Terrorismo islamico a Jakarta: attori locali e internazionali

Abu Bakar Ba'asyr (sospettato per legami con Al Qaeda), condanna il sequestro delle due donne indonesiane come "contrario all'islam".

Jakarta (AsiaNews) – Il leader religioso musulmano Abu Bakar Ba'asyir, in prigione per i suoi presunti legami con gruppi terroristici, si è rifiutato di scambiare il suo rilascio con quello delle 2 donne indonesiane tenute ostaggio in Iraq. Ba'asyir e i suoi seguaci ritengono che il rapimento di  Rosidah binti Anom e Rafikan binti Amin e il messaggio dell'Esercito islamico in Iraq  che domanda la sua scarcerazione come condizione del rilascio, siano un piano organizzato dalla CIA.

Ba'asyir è accusato di essere a capo della Jemaaah Islamiyah (JI) – la rete terroristica del sud est asiatico legata ad al-Qaeda e responsabile delle bombe a Bali e al Marriot Hotel. Ba'asyir, che è presidente dell'organizzazione islamica Majelis Mujahidin Indonesia (MMI), ha sempre negato di essere implicato in entrambi gli attentati e di avere legami con la JI. Vi sono però prove che confermano incontri da lui avuti con gli attentatori.

Oggi, il legale di Ba'asyir ha detto che il suo cliente ritiene falso il messaggio comunicato dall'Esercito islamico in Iraq: "i mujahidin musulmani non prenderebbero mai in ostaggio delle donne, perché è contro l'insegnamento dell'islam". Il portavoce del MMI ha dichiarato che in Ba'asyir gli Usa avrebbero trovato il "capro espiatorio" per giustificare i presunti legami tra la JI e i gruppi fondamentalisti in Iraq.

A complicare il quadro dei legami fra terrorismo locale e terrorismo internazionale, vi sono anche le dichiarazioni di alcuni detenuti, presunti responsabili dell'attentato all'ambasciata australiana a Jakarta (lo scorso 7 settembre). Gli uomini hanno dichiarato alla polizia indonesiana  di appartenere al cosiddetto Stato islamico dell'Indonesia (NII) - movimento separatista nato nel 1949 con lo scopo di porre la sharia (legge islamica - ndr) a fondamento della società. Questo sposta entro un orizzonte locale le indagini degli inquirenti che seguivano la pista del terrorismo internazionale. Ieri, Dai Bachtiar, capo della polizia indonesiana ha specificato che "la causa dell'NII non va confusa con quella religiosa. Gli interrogati hanno detto di appartenere all'NII e non ad una particolare religione" (riferendosi all'Islam). Intanto, dall'esame del DNA, è stato confermato che l'esecutore materiale dell'attentato all'ambasciata australiana è il ventiseienne Heri Golun, origianario di Java ovest, zona da dove vengono reclutati molti militanti della JI. (MH)

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