28/07/2008, 00.00
TURCHIA
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Terrore ad Istanbul, mentre la Corte decide sul bando contro il partito di Erdogan

Due ordigni sono esplosi ieri sera provocando la morte di 16 persone e il ferimento di centinaia. La pubblica sicurezza pensa a un attentato di matrice kurda, ma la vera tensione in Turchia è fra ultra-nazionalisti e il partito al potere che rischia di essere bandito, pur avendo una forte maggioranza.

Istanbul (AsiaNews) – Almeno 16 morti e 154 feriti è il primo bilancio di una doppia esplosione nella città di Istanbul ieri sera, poche ore prima che la Corte suprema decida sulla illegalità del Partito Akp, attualmente al potere col premier Erdogan.

La prima esplosione è avvenuta con un esplosivo deposto in un cestino dei rifiuti. La seconda, poco tempo dopo, mentre molta gente, almeno 1000 persone, si era radunata curiosando. Secondo le autorità si tratta di un attacco terrorista, mirante a fare il maggior numero di morti possibili fra i civili.

Finora nessuno ha rivendicato l’attacco. La pubblica sicurezza punta il dito sui ribelli kurdi del Pkk (Partito dei lavoratori del Kurdistan), ma Muammer Guler, il governatore della città, afferma che è troppo presto per tirare delle conclusioni.

In passato vi sono stati molti attacchi attribuiti al Pkk, ma anche a musulmani radicali e a gruppi rivoluzionari.

Le due esplosioni avvengono in un momento di grande tensione per il governo. Il 25 luglio scorso, un tribunale di Istanbul ha aperto il processo contro 86 persone per aver programmato un colpo di stato contro il partito al potere, l’Akp. Il gruppo sembrerebbe essere parte di una rete ultra-nazionalista, che fa capo all’organizzazione Ergenekon.

Allo stesso tempo, l’Alta corte turca deve oggi cominicare a deliberare sul bando contro il partito del premier Erdogan (Akp, Partito della giustizia e dello sviluppo), accusato di violare i principi della laicità iscritti nella costituzione turca. L’Akp ha le sue radici in un partito islamico, già messo al bando, ma ha vinto in modo deciso alle ultime elezioni un anno fa, e ancora oggi gode di una base molto forte. Erdogan sostiene che tutte le accuse contro il suo partito siano motivate dalla politica e sono un tentativo di destabilizzare la nazione con un “colpo di stato giudiziario”.

Molti osservatori pensano che  mettere fuorilegge l’Akp farebbe inabissare la Turchia in un caos politico, rendendo difficile la sua marcia verso l’entrata nell’Europa e la stabilità economica del Paese.

Oltre a bandire il partito, l’accusa contro l’Akp prevede l’esclusione per 5 anni dalla politica del presidente Abdullah Gul, del premier Rayyip Erdogan e di altri 69 membri.

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