Terremoto in Kyrgyzstan, più di 60 morti e un villaggio raso al suolo
Bishkek (AsiaNews/Agenzie) – È di più di 60 morti il bilancio ancora provvisorio del terremoto di magnitudo 6,6 che, domenica sera alle 21.52 ora locale (le 16.52 in Italia), ha devastato il Kyrgyzstan. Fra le zone più colpite dal sisma la provincia meridionale di Osh, al confine con la Cina, dove si cercano ancora i feriti (al momento 50) e comincia la conta dei danni, con interi edifici rasi al suolo.
Le squadre di soccorso sono ancora all’opera in cerca di sopravvissuti, rimasti sepolti sotto le macerie delle case crollate. Critica la situazione a Nura, villaggio sperduto sulle montagne nei pressi del confine fra Kyrgyzstan e Cina, elemento che complica ulteriormente le operazioni dei soccorritori. Il villaggio è stato letteralmente raso al suolo, si contano 50 feriti e 128 case andate distrutte: “La scena era impressionante – riferisce Kamchybek Tashiyev, Ministro per le emergenze e la protezione civile – non è rimasto in piedi nulla e sono moltissimi i feriti”.
Il sisma è stato avvertito in tutta l’Asia centrale – compresi Tajikistan e Uzbekistan – e nella provincia cinese nord-occidentale dello Xinjiang dove, secondo le autorità, si sono registrati danni “di lieve entità” a strutture ed edifici ma “nessun ferito”. L’area è spesso teatro di terremoti dalla portata devastante: nel 1966 la capitale dell’Uzbekistan, Tashkent, è stata colpita da una scossa di magnitudo 7,5 che ha lasciato centinaia di migliaia di persone senza casa. Lo scorso agosto una scossa del sesto grado della scala Richter ha colpito la capitale uzbeka, ma non si sono registrati morti o feriti.