Terremoto del Sichuan: un altro suicidio, è alto il rischio che molti lo imitino
Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Si è impiccato ieri Feng Xiang, dirigente del Partito comunista nella contea di Beichuan, straziato per la morte del figlio di 8 anni nel disastroso terremoto che il 12 maggio scorso ha sconvolto il Sichuan con oltre 88mila morti. Esperti ammoniscono che è elevato il rischio di suicidi con l’approssimarsi del primo anniversario del sisma.
Feng, 33 anni, è stato trovato morto nella solitudine della sua abitazione. Suo figlio è uno delle migliaia di scolari morti sotto il crollo delle scuole, il suo corpo non è stato recuperato. Beichuan è stata una delle zone più colpite. Molte scuole sono venute giù come “budini di tofu” e i genitori accusano le autorità di averle mal costruite sottraendo i fondi, ma il governo non ha mai rivelato gli esiti delle promesse indagini (nella foto: il dolore di genitori).
Dopo la morte del figlio, Feng si è distinto nella sua attività pubblica ed è stato in breve nominato vice capo del Dipartimento propaganda della contea. Ma non ha mai superato la perdita del figlio. Poche ore prima del suicidio su un sito web ha scritto: “Se un giorno morissi, figlio mio, sarebbe la cosa più felice…. starei sempre con te… dopo che ti ha perso, papà non ha futuro, non ha speranze, non attende nulla”. Ha scritto a familiari e amici che era molto depresso e ha chiesto loro di capire la sua decisione.
Esperti ammoniscono che è alto il rischio di altri suicidi con l’approssimarsi dell’anniversario del 12 maggio, soprattutto tra le autorità responsabili per la ricostruzione e sottoposte a continue pressioni. La pressione è ancora maggiore su chi era responsabile per la costruzione delle scuole.
E’il secondo suicidio tra alti funzionari, dopo quello a ottobre di Dong Yufei, direttore dell’ufficio soccorsi di Beichuan, che nel sisma ha perso diversi familiari tra cui il figlio dodicenne.
In un’intervista nel 2008 Feng ha commentato che “il suicidio di Dong era inevitabile. Molti funzionari di Beichuan desiderano uccidersi. Un giorno, anch’io posso togliermi la vita… State tranquilli, non lo farò. Vivrò la mia vita e vedrò il futuro di Beichuan”.