Tensioni fra cristiani e gruppi islamici. Sei morti in tre giorni
Il Cairo (AsiaNews/Agenzie) - Cresce la tensione fra gruppi di cristiani e musulmani dopo l'uccisione di quattro fedeli copti e di un musulmano nel quartiere di Khosous. Ai funerali delle vittime cristiane, tenutisi ieri nella cattedrale di san Marco al Cairo, un altro cristiano è morto e almeno 80 sono rimaste ferite, dopo l'attacco del corteo funebre da parte di gruppi non identificati.
Tutto è iniziato il 5 aprile scorso a Khosous, nella periferia del Cairo. La scintilla che ha fatto scoppiare gli scontri fra cristiani e musulmani è la scritta con la svastica segnata sul muro di una sede islamica, che i musulmani hanno attribuito ai cristiani. Alcuni edifici della comunità cristiana sono stati incendiati e sono stati sparati dei colpi. Quattro cristiani sono stati uccisi insieme a un musulmano.
Secondo un sacerdote copto di Khosous, le violenze hanno radice in una disputa fra una famiglia musulmana e una cristiana che durava da tre mesi. Il problema è stato risolto, ma pochi giorni fa un gruppo di salafiti ha minacciato uan donna cristiana. Padre Suriel, della chiesa di Mar Girgis, afferma che "alcuni imam hanno incitato la folla contro i copti e la chiesa durante gli incontri in moschea", dando luogo agli attacchi e agli scontri. Gruppi col volto coperto hanno anche bruciato l'asilo di Mar Girgis, una chiesa battista e diversi negozi di cristiani.
Secondo testimoni, le truppe di sicurezza sono arrivate molto tardi e gli scontri sono avvenuti alla loro presenza. I quattro cristiani uccisi sono Marsouq Atteya, Morkos Kamal, Victor Manqarios e Essam Zakhary. Tutti sono stati colpiti da fucili automatici in faccia, al cuore, al capo e nelle spalle. I proiettili sono stati sparati dall'alto verso il basso.
Ai funerali di ieri nella cattedrale di san Marco, i presenti hanno cominciato a scandire slogan contro il presidente Morsi per la mancanza di sicurezza. All'uscita della chiesa, il corteo funebre è stato assaltato da gruppi sconosciuti con pietre e bottiglie molotov. I fedeli hanno risposto lanciando sassi a loro volta. Negli scontri un cristiano è stato ucciso. Un edificio della chiesa ha preso fuoco, ma l'incendio è stato spento. Al funerale era presente poca polizia, venuta in seguito in forza, fermando gli scontri e usando lacrimogeni. Ma sporadici incidenti sono continuati anche lungo la notte scorsa.
Il presidente Mohamed Morsi ha telefonato al patriarca copto Tawadros II per esprimere la sua solidarietà. "Ogni attacco contro la cattedrale - ha dichiarato - è come un attacco contro la mia persona". Il patriarca copto ah esortato alla calma. Il partito dei Fratelli Musulmani ha chiesto a tutti di "rifiutare e condannare la violenza".
Il grande imam di al-Azhar, Ahmed al-Tayyeb ha denunciato gli scontri e inviato suoi rappresentanti nella zona per calmare la situazione. Tayyeb ha detto che proteggere l'Egitto dalle violenze settarie e dal razzismo è un dovere religioso e nazionale perché "il sangue di tutti gli egiziani è prezioso".
Ma secondo alcuni sacerdoti, sotto il governo dei Fratelli Musulmani, la situazione dei cristiani è peggiorata e la minoranza cristiana accusa il governo di Morsi di non proteggere a sufficienza la loro libertà.