Tensione per l’annuncio che uomini di Hezbollah potrebbero essere accusati dell’omicidio Hariri
Il leader del Partito di Dio contesta il Tribunale speciale per il Libano, voluto dall’Onu, che, entro la fine dell’anno dovrebbe rendere noti i nomi degli accusati, perché “è influenzato”, in quanto non ha mai indagato sulla possibilità che l’attentato sia stato compiuto da Israele.
Beirut (AsiaNews) – Si addensano nubi sul cielo libanese dopo che il leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah ha rivelato di essere stato messo a conoscenza che il Tribunale speciale per il Libano - istituito dall’Onu per indagare sull’assassinio dell’ex premier Rafic Hariri e di altri esponenti politici – sta per mettere sotto accusa alcuni membri del Partito di Dio.
Lo stesso Nasrallah, nel corso di una inconsueta conferenza stampa, ha sostenuto che la decisione del Tribunale sta per mettere il Paese in una “situazione veramente delicata”. Un alto funzionario delle Nazioni Unite, citato oggi da An Nahar, ha detto di temere che il Libano possa essere colpito da “un periodo di tensioni e agitazioni” quando, tra settembre e la fine dell’anno, il procuratore del Tribunale, Daniel Bellemare, renderà noti gli accusati. E’ probabilmente mosso dalla stessa convinzione, oltre che dalla necessità di far sopravvivere il suo governo di unità nazionale, che è stato il primo ministro Saad Hariri – figlio di Rafic – a informare il leader di Hezbollah delle accuse che saranno mosse dal Tribunale, sottolineando il fatto che sotto accusa non è il Partito, ma solo alcuni dei suoi membri “infedeli”.
La distinzione non è bastata a Nasrallah che, parlando di “una pericolosa macchinazione che ha di mira la Resistenza”, ha escluso la responsabilità di suoi uomini e ha attaccato il Tribunale e il movimento del “14 marzo”, di maggioranza, del quale è leader lo stesso Saad Hariri.
Del Tribunale speciale, il leader di Hezbollah ha innanzi tutto ricordato di non aver mai detto che ne avrebbe accettato le conclusioni, l’ha accusato di aver deciso di coinvolgere il Partito già prima di aver interrogato i suoi uomini e di subire le influenze di americani e israeliani. “Fino a quando - ha affermato - non si esaminerà la possibilità che Israele è coinvolto, crederò che sia influenzato”. “Mai – ha ribadito – si è investigato sull’ipotesi che Israele aveva i mezzi e le ragioni” per assassinare Rafic Hariri.
Quanto ai “leader del 14 marzo”, essi dovrebbero “riconoscere i propri errori” quando dicevano di ritenere responsabile la Siria e dovrebbero fare una vero “cambiamento” di politica.
Il clima creato dalle dichiarazioni di Nasrallah è reso più teso da voci come quella secondo la quale Michel Aoun avrebbe chiesto a Hezbollah (che ha smentito) di invadere le zone cristiane per fermarne i gruppi estremisti. O i timori avanzati dall’alto funzionario dell’Onu, di temere azioni contro i Caschi blu schierati nel sud del Paese, zona dove Hezbollah esercita un forte controllo sulla popolazione. (PD)
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