04/08/2010, 00.00
ISRAELE - PALESTINA
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Tel Aviv continua a edificare in Cisgiordania e rende il congelamento “privo di senso”

Secondo il rapporto di Peace Now, movimento israeliano, 2mila alloggi sono in costruzione negli insediamenti di Tel Aviv in Cisgiordania. Almeno 492 sono illegali. Nel novembre 2009 Israele ha accettato di congelare le costruzioni di nuovi alloggi nelle sue colonie in Cisgiordania. Il rapporto solleva seri dubbi “sulle buone intenzioni di Tel Aviv riguardo al congelamento”.

Tel Aviv (AsiaNews/Peace Now) – I 10 mesi di congelamento delle costruzioni negli insediamenti israeliani in Cisgiordania, promessi da Israele nel novembre 2009, sono stati del tutto inutili e “privi di senso”. Lo scrive in un rapporto rilasciato il 2 agosto scorso Peace Now, movimento israeliano nato nel 1978 che opera a favore della pace tra Israele e Palestina e auspica la formazione di due Stati sovrani.

Secondo il rapporto, la moratoria sugli insediamenti “senza eccezioni e senza inganni” è stata fino ad ora una farsa e “il governo di Israele non la sta attuando”. Seguendo i numeri riportati da Peace Now, circa 2mila alloggi sono in costruzione negli insediamenti, la maggior parte dei quali è cominciata prima del congelamento. Dopo l’entrata in vigore della moratoria, è iniziata la realizzazione di almeno 600 alloggi, di cui 492 violano in modo evidente la moratoria.

Tenendo conto di alcune eccezioni al congelamento approvate dal governo israeliano, risulta che 462 alloggi sono stati costruiti in modo illegale. Di questi, 31 roulotte e sette strutture permanenti sono state installate negli avamposti, violando anche le leggi di pianificazione e costruzione.

Secondo l’Ufficio centrale delle statistiche di Tel Aviv, dal 2000 sono state edificate 1700 nuove case all’anno negli insediamenti. Questi numeri non tengono conto però delle costruzioni illegali. Dal novembre 2009, data di inizio del congelamento, solo 603 nuovi alloggi sono stati costruiti, ma, fa notare Peace Now, “non ce ne sarebbe dovuto essere neanche uno”.

Tel Aviv ha deciso nel 2009 che il congelamento non riguarda la costruzione di almeno 693 alloggi, cominciata prima dell’entrata in vigore della moratoria. Per questo, per Peace Now, “solo se il congelamento continuerà, avrà un effetto significativo sul territorio. Ricominciare a edificare, renderà insignificanti i 10 mesi di congelamento previsti”.

“Il fatto che il governo di Israele - continua il rapporto - abbia insistito che le costruzioni approvate prima del congelamento sono legittime, e il fatto che abbia approvato numerose eccezioni, pone dubbi sulle intenzioni e la buona fede del governo riguardo alla moratoria. Noi crediamo che il congelamento debba essere esteso senza più trucchi… altrimenti, l’intero dibattito circa l’imposizione e l’estensione o meno della moratoria, sarà inutile”.

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