Teheran: no all’invio all’estero di uranio arricchito
Lo ha affermato Alaeddin Borujerdi, presidente della commissione parlamentare per gli affari esteri. Il parlamentare aggiunge che si stanno cercando “soluzioni alternative" e che l’Occidente “non può imporre scadenze”. Crescono i timori che l’Iran stia fabbricando in segreto la bomba atomica.
Teheran (AsiaNews/Agenzie) – Teheran sembra orientarsi a rifiutare di inviare le proprie scorte di uranio arricchito all’estero, in cambio di combustibile per il suo reattore di ricerca sul nucleare. È quanto emerge dalle affermazioni rese oggi da Alaeddin Borujerdi, presidente della commissione parlamentare per gli affari esteri, citato dall’agenzia semi-ufficiale Isna.
Borujerdi ha infatti affermato che l’Iran non prevede di “inviare una parte dei 1.200 chili [di uranio leggermente arricchito] alla controparte per ricevere del combustibile”. “Questo – aggiunge – è ormai fuori di discussione, sia in maniera graduale sia in una volta sola”. Il Presidente della Commissione esteri spiega che gli esperti iraniani “stanno valutando i modi per ottenere il combustibile” e Ali Asqar Soltanieh, rappresentante di Teheran all’Aiea, sta “negoziando per trovare una soluzione”.
Le parole dell'esponente iraniano sembrano precludere la possibilità di accordo, sulla base della proposta formulata dall’Aiea (Agenzia internazionale per l’energia atomica) il 23 ottobre. Essa prevede la cessione dell’Iran di gran parte delle sue scorte – il 75% circa – di uranio leggermente arricchito (fino al 5%) a Paesi terzi, fra cui Russia e Francia, i quali poi lo riconsegnerebbero arricchito al 20%, per uso esclusivamente civile in un reattore di ricerca medica controllato dall’Aiea. In tema di nucleare, negli ultimi giorni sono emerse voci diverse in seno al regime, ma non è stata ancora ufficializzata un risposta ai responsabili Aiea.
“L’Occidente – ha detto ancora Alaeddin Borujerdi – non può imporre una scadenza e non siamo tenuti a rispettare le loro osservazioni”. Le parole dell'esponente iraniano sembrano confermare la strategia di “temporeggiamento” adottata dall’Iran. Una strategia che, a detta di analisti internazionali, serve solo a guadagnare tempo per fabbricare in gran segreto la bomba atomica. Israele mostra più di un segnale di insofferenza e si rafforza l'ipotesi di un attacco a sorpresa.
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