Teheran strige ancora il controllo su internet
Teheran (AsiaNews/Agenzie) - E' vista come una mossa "preventiva" in vista delle elezioni presidenziali di giugno la decisione delle autorità iraniane di bloccare i VPN, "virtual private networks", le reti private di comunicazione che consentono l'accesso a internet aggirando i filtri governativi.
La Costituzione iraniana all'art.34 in effetti dà mano libera allo Stato nel limitare la libertà di espressione, in quanto afferma che "Pubblicazioni e stampa hanno libertà di espressione, purché non violino i principi fondamentali dell'Islam o i diritti pubblici". Ma né "i principi generali dell'Islam", né "i diritti pubblici" sono costituzionalmente definiti, il che consente alle autorità di interpretarli secondo i propri desideri. E un diffuso sistema di filtri impedisce l'accesso a siti definiti "offensivi o criminali".
Nel confermare ieri il blocco dei VPN , il capo della Comitato parlamentare per l'informazione e la comunicazione tecnologica, Ramezanali Sobhani-Fard, ha dichiarato che "d'ora in poi potranno essere utilizzati solo VPN legali e registrati".
La mossa delle autorità viene messa in relazione con le elezioni presidenziali di giugno, visto quanto accaduto nel 2009, in occasione del precedente voto che vide la proclamato presidente Mahmoud Ahmadinejad. Un risultato largamente contestato - anche con l'accusa di brogli - e che vide le dimostrazioni di massa dell'"Onda verde" (nella foto). Strumenti come Facebook vennero usati dai manifestanti per passarsi informazioni convocarsi in piazza.
La durissima repressione sembra aver praticamente spento l'Onda verde, ma evidentemente le autorità pensano che il fuoco continui a bruciare sotto la cenere e cercano di prevenirne la diffusione.
21/09/2021 09:01
14/08/2019 08:00