Teheran sta fabbricando l’atomica, denuncia l’Aiea
Anticipazioni del rapporto dell’Agenzia dell’Onu per il nucleare, che sarà ufficializzato in settimana. Per l’Iran è un complotto americano, sono documenti “fabbricati”. Israele: “più probabile” un attacco contro le istallazioni iraniane. Da Russia e Francia inviti a cercare soluzioni per via diplomatica.
Beirut (AsiaNews) – Ufficializzato in settimana, ma anticipato da più parti, il rapporto dell’Agenzia dell’Onu per l’energia nucleare (Aiea) dirà che l’Iran sta segretamente portando avanti la costruzione di una bomba atomica. La notizia è destinata a far salire, e di molto, la tensione internazionale, perché conferma i timori israeliani e rendo quindi più credibile la minaccia di un attacco contro le istallazioni iraniane, definito “più probabile” dallo stesso presidente israeliano Shimon Peres.
Il rapporto dell’Aiea, che dovrebbe essere presentato domani o mercoledì, secondo le indiscrezioni, dovrebbe dunque contenere l’evidenza che Teheran ha la tecnologia, i mezzi e gli strumenti per realizzare un’arma atomica e che sta portando avanti azioni segrete per realizzarla.
Ciò smentirebbe le affermazioni delle autorità iraniane, ripetute ancora oggi, che il programma nucleare del Paese ha fini esclusivamente pacifici, come la produzione di energia elettrica e strumenti sanitari.
In Israele già da una settimana la questione di un attacco contro le istallazioni atomiche di Teheran è oggetto di discussioni non solo su giornali e televisioni, ma anche all’interno del governo. E, secondo Haaretz, la maggior parte dei 15 membri del gabinetto di sicurezza israeliano resta per il momento contrario a un attacco.
Un’ipotesi che preoccupa. Oggi il ministro degli esteri russo, Sergei Lavrov, ha definito l’attacco “un errore davvero grave, che potrebbe avere conseguenze imprevedibili”, aggiungendo che la diplomazia e non il lancio di missili sono il mezzo per risolvere il problema del nucleare iraniano. Analoghe considerazioni ha fatto il ministro egli esteri francese Alain Juppè, il quale ha aggiunto che nuove sanzioni potrebbero essere imposte a Teheran. Voci che si aggiungono al no di Pechino a interventi militari in Iran.
Teheran sta reagendo in modo abbastanza scoordinato. Il ministro degli esteri Ali Akbar Salehi ha dichiarato che siamo di fronte a una campagna diffamatoria portata avanti dagli Stati Uniti. Un importante ayatollah, Seyyed Ahmad Khatami, citato dalla statale Press Tv ha detto oggi che l’Aiea perderebbe la sua credibilità pubblicando documenti “fabbricati” su pressione degli Stati Uniti che vogliono creare un’atmosfera negativa intorno a Teheran. E che l’Iran darà una risposta “schiacciante” contro ogni complotto. Da parte sua il presidente Mahmoud Ahmadinejad intervistato dall’egiziano Al-Akhbar, ha detto che gli Stati Uniti temono la crescente forza militare iraniana “diversa da quella di tutti gli altri Paesi della regione”.
Il rapporto dell’Aiea, che dovrebbe essere presentato domani o mercoledì, secondo le indiscrezioni, dovrebbe dunque contenere l’evidenza che Teheran ha la tecnologia, i mezzi e gli strumenti per realizzare un’arma atomica e che sta portando avanti azioni segrete per realizzarla.
Ciò smentirebbe le affermazioni delle autorità iraniane, ripetute ancora oggi, che il programma nucleare del Paese ha fini esclusivamente pacifici, come la produzione di energia elettrica e strumenti sanitari.
In Israele già da una settimana la questione di un attacco contro le istallazioni atomiche di Teheran è oggetto di discussioni non solo su giornali e televisioni, ma anche all’interno del governo. E, secondo Haaretz, la maggior parte dei 15 membri del gabinetto di sicurezza israeliano resta per il momento contrario a un attacco.
Un’ipotesi che preoccupa. Oggi il ministro degli esteri russo, Sergei Lavrov, ha definito l’attacco “un errore davvero grave, che potrebbe avere conseguenze imprevedibili”, aggiungendo che la diplomazia e non il lancio di missili sono il mezzo per risolvere il problema del nucleare iraniano. Analoghe considerazioni ha fatto il ministro egli esteri francese Alain Juppè, il quale ha aggiunto che nuove sanzioni potrebbero essere imposte a Teheran. Voci che si aggiungono al no di Pechino a interventi militari in Iran.
Teheran sta reagendo in modo abbastanza scoordinato. Il ministro degli esteri Ali Akbar Salehi ha dichiarato che siamo di fronte a una campagna diffamatoria portata avanti dagli Stati Uniti. Un importante ayatollah, Seyyed Ahmad Khatami, citato dalla statale Press Tv ha detto oggi che l’Aiea perderebbe la sua credibilità pubblicando documenti “fabbricati” su pressione degli Stati Uniti che vogliono creare un’atmosfera negativa intorno a Teheran. E che l’Iran darà una risposta “schiacciante” contro ogni complotto. Da parte sua il presidente Mahmoud Ahmadinejad intervistato dall’egiziano Al-Akhbar, ha detto che gli Stati Uniti temono la crescente forza militare iraniana “diversa da quella di tutti gli altri Paesi della regione”.
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30/11/2020 13:55
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