Teheran si candida al Consiglio di sicurezza dell’Onu
Il regime dei mullah non ha in concreto possibilità di ottenere il necessario voto dei due terzi dell’Assemblea delle Nazioni Unite, ma conta di ottenere prestigio dalla partecipazione.
Teheran (AsiaNews) – L’Iran tenta di entrare nel Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, del quale, al momento, sta subendo sanzioni per il suo programma nucleare. Oggi l’Assemblea dell’Onu voterà per eleggere cinque dei dieci membri non permanenti del massimo organismo delle Nazioni Unite, uno dei quali destinato ad un Paese asiatico. Il seggio è attualmente occupato dall’Indonesia, che scade. A sostituirla si sono candidati il Giappone e, appunto l’Iran.
Teheran ha avanzato la sua candidatura nel 2007. Nel presentare la sua candidatura, Teheran affermava che l’Iran ha giocato un “innegabile” ruolo nel campo della sicurezza regionale e che “è fermamente impegnato a perseguire la realizzazione dell’obiettivo di un mondo libero da armi di distruzione di massa”. Lo ricorda la ufficiosa agenzia Fars, che sottolinea come l’Iran sia uno dei Paesi fondatori dell’Onu, che ha fatto parte del Consiglio di sicurezza una sola volta, nel biennio 1955-1956. La stessa fonte riporta il fatto che il Giappone è stato nello stesso organismo per un totale di 18 anni. E secondo notizie di stampa, Teheran avrebbe cercato di ottenere l’appoggio di Tokyo, in cambio del proprio sostegno alla candidatura giapponese per un seggio permanente nello stesso Consiglio di sicurezza, in sede di futura riforma dell’Onu.
Per essere eletti tra i membri non permanenti, occorrono i due terzi dei voti dei 192 Stati membri dell’Assemblea dell’Onu. Le possibilità iraniane sono praticamente nulle, malgrado il voto sia segreto e dia quindi potenziale spazio a manifestazioni di appoggio ad un Paese antioccidentale e antisraeliano. Ma il fatto stesso di essere candidato – e di ottenere dei voti – è considerato da alcuni Paesi indicativo di un prestigio internazionale, in quanto permette di presentarsi come un outsider.
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