Teheran si candida a difensore Onu dei diritti delle donne
Ritirata la candidatura alla Commissione Onu per i diritti umani. Forse perché non aveva voti sufficienti. Il Pese islamico è fra i più violenti contro le donne. Mullah di Teheran: Le donne senza velo diffondono adulterio e producono terremoti.
Teheran (AsiaNews/Agenzie) – Le autorità della Repubblica islamica hanno confermato ieri che non intendono più diventare membri del Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti umani. Se non fosse che, allo stesso tempo, Teheran si è proposta come membro della Commissione per la protezione dei diritti delle donne. La notizia è accolta con sollievo da governi e attivisti che da sempre osteggiano la candidatura del regime, ma anche con una certa ilarità per questa idea di voler assumere il ruolo di difensore delle donne.
Ramin Mehmanparast, portavoce del ministro iraniano degli Esteri, ha spiegato che
la decisione di ritirarsi dal Consiglio per i diritti umani è stata presa di comune accordo con gli altri Paesi asiatici, che presenteranno così una sola candidatura. Secondo un diplomatico occidentale citato dalla Reuters, Teheran si è tirata indietro quando è apparso chiaro che non avrebbe potuto assicurarsi voti sufficienti per ottenere un seggio.
Il Consiglio per i diritti umani conta 47 Paesi e ha la sua sede a Ginevra. Teheran è nel mirino della comunità internazionale per la sistematica violazione delle libertà fondamentali dell’uomo. Il portavoce della missione americana all'Onu, Mark Kornblau, ha espresso soddisfazione: “E' un passo nella giusta direzione per il Consiglio”. La presenza di Paesi come Cina e Arabia Saudita al suo interno, ha contribuito negli anni a screditare l’immagine dell’organismo Onu.
La Repubblica islamica aveva cercato di entrare a far parte del Consiglio nel 2006. Ma la sua candidatura non aveva avuto successo a seguito di pressioni da parte degli Stati Uniti.
Con una mossa che sa di provocazione, l’Iran si è però candidato ad entrare nella Commissione per la protezione dei diritti delle donne. Il regime dei mullah è uno dei più duri al mondo verso il sesso femminile, che vive in uno stato di semi-segregazione. Sono all’ordine del giorno arresti e violenze contro donne non “sufficientemente coperte” o che si comportano in “maniera poco islamica”. Alla preghiera del Venerdì, lo scorso 16 aprile, il mullah di Teheran Kazem Sadighi ha detto che le donne che non indossano l’hijab sono responsabili del diffondersi dell’adulterio e “accrescono il rischio di terremoti” (la capitale iraniana è soggetta a fenomeni sismici, ndr).
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