Teheran e Damasco sotto accusa nel rapporto dell’Agenzia per l’energia atomica
Gli iraniani continuano ad arricchire l‘uranio e ne hanno nascosto 209 chili. Ora ne hanno una tonnellata, sufficiente a costruire una bomba. Sembra sempre più probabile che i siriani stessero costruendo di nascosto un reattore nucleare.
Vienna (AsiaNews/Agenzie) – Era con ogni probabilità un reattore nucleare il sito siriano bombardato dagli israeliani nel settembre 2007 e l’Iran, oltre ad avere 209 chili di uranio che non ha dichiarato, continua il processo di arricchimento. Rafforza le preoccupazioni di chi teme un processo di proliferazione nucleare in Medio Oriente il rapporto che l’Agenzia dell’Onu per l’energia atomica (AIEA) presenterà all’inizio del mese prossimo, ma del quale sono state diffuse varie anticipazioni.
Pur nella sua tradizionale cautela, l’Agenzia evidenzia i risultati delle indagini compiute nel corso dell’anno. A partire dall’Iran, che “contrariamente alle decisioni del Consiglio di sicurezza non ha sospeso le attività di arricchimento” dell’uranio. L’AIEA dice poi di non aver potuto realizzare alcun “sostanziale” progresso nell’inchiesta tesa a capire se il programma atomico di Teheran ha aspetti militari. “Purtroppo – si legge nel rapporto - l’Agenzia non è stata in grado di realizzare sostanziali progressi a causa della continua mancanza di cooperazione da parte dell’Iran per quanto riguarda le questioni che danno origine alle preoccupazioni sulla possibile dimensione militare del programma”.
Esperti sentiti dal New York Times, affermano in proposito che con i 209 chili di uranio dei quali parla il rapporto, Teheran possiede ora più di una tonnellata di minerale a basso arricchimento. Sufficiente, con una ulteriore purificazione – che però al momento non sembra in grado di realizzare - a fabbricare una bomba atomica.
Per quanto riguarda la Siria, l’AIEA ha respinto le affermazioni siriane, che l’uranio trovato nel sito di Dair Alzour (o al-Kibar), provenisse dai missili israeliani che lo hanno colpito. “C’è una scarsa probabilità – afferma il rapporto – che l’uranio sia stato portato dall’uso dei missili”. I punti più delicati riguardano il ritrovamento sul luogo di “particelle” di uranio arricchito e di grafite. Il primo è un materiale che non si trova in natura, ma è stato trattato e del quale la Siria “non ha dichiarato il possesso”. La seconda è un elemento fondamentale per la realizzazione di un reattore nucleare. “La Siria – è la conclusione - deve fornire ulteriori informazioni e documentazione di sostegno sull’uso e sulla natura dell’edificio” e “deve essere chiara, consentendo ulteriori accessi ad altri siti che si sostengono collegati con Dair Alzour”.
Per la Siria e più ancora per l’Iran, una soluzione possibile appare legata alla presidenza Obama. Giorni fa il presidente siriano Assad ha parlato di “essenzialità” della presenza degli Stati Uniti in Medio Oriente e ieri il ministro degli esteri iraniano Manouchehr Mottaki ha affermato che il suo Paese sta considerano “l’offerta” di dialogo avanzata dagli Usa. Aggiungendo, però, “dobbiamo aspettare di vedere differenze tra la politica di Brak Obama rispetto a quella di George Bush. Se gli Stati Uniti faranno passi verso l’Iran, altri verranno fatti dall’Iran”.
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