Teheran arresta otto impiegati dell’ambasciata britannica
Teheran (AsiaNews/Agenzie) – Le autorità iraniane hanno arrestato otto impiegati locali dell’ambasciata britannica accusati di essere implicati nelle dimostrazioni popolari avvenute nei giorni scorsi che denunciavano brogli alle elezioni presidenziali. L’agenzia Fars ha detto che il gruppo “ha giocato un ruolo attivo nel provocare le recenti sommosse”. La Gran Bretagna ha negato le accuse e domanda la liberazione dei detenuti.
Dal 12 giugno scorso si sono svolte a Teheran e in molte altre città dell’Iran massicce manifestazioni che domandavano l’annullamento delle elezioni truccate
L’esercito e i volontari della rivoluzione (le milizie basej) hanno sgominato con la violenza le dimostrazioni: almeno 17 persone sono state uccise e centinaia sono i feriti. Oltre 400 persone sono state arrestate, fra cui politici e giornalisti locali. Corrispondenti della stampa estera sono stati espulsi o bloccati nel loro lavoro.
Le manifestazioni, che hanno radunato fino a centinaia di migliaia di persone rappresentano la sfida più aperta e ampia alla leadership della repubblica islamica in 30 anni. Fin dall’inizio delle sommosse il presidente rieletto Ahmadinejad, il leader supremo Alì Khamenei e altre personalità del governo hanno puntato il dito contro le potenze straniere e in particolare contro Gran Bretagna e Usa. Nei giorni scorsi Teheran ha espulso 2 diplomatici britannici. Londra, a sua volta, ha espulso due diplomatici iraniani.
David Milibrand, ministro britannico degli esteri, ha detto oggi che alcuni degli otto dipendenti sono stati rilasciati, ma altri restano detenuti.
Secondo fonti iraniane di AsiaNews, l’arresto degli impiegati dell’ambasciata del Regno Unito sono un tentativo di trovare negli stranieri il capro espiatorio per la difficile situazione sociale in cui si trova l’Iran in questi giorni. “L’enfasi sul nazionalismo – ha detto la fonte – dovrebbe coprire la realtà di una ferità che si è aperta nella popolazione, che ormai sfiducia la leadership di Teheran”.
Il Consiglio dei Guardiani, incaricato di rivedere gli scrutini elettorali, ha già decretato che la vittoria di Ahmadinejad è “la più pulita” nella storia dell’Iran, ma Mir Hossein Moussavi e Mehdi Kharroubi, candidati perdenti – a capo dell’opposizione – rifiutano il loro risultato e chiedono con insistenza nuove elezioni.