Teheran accetta un accordo sull’uranio arricchito con Turchia e Brasile
Il presidente Lula e il premier Erdogan mediatori della proposta rifiutata da Teheran un anno fa. Israele accusa l’Iran di “manipolare” Turchia e Brasile. L’accordo può riaprire il dialogo con la comunità internazionale ed evitare più aspre sanzioni all’Iran
Teheran (AsiaNews/Agenzie) – L’Iran ha formato un accordo con Turchia e Brasile per inviare all’estero uranio e ricevere uranio arricchito. Tale accordo riapre una possibilità di dialogo con la comunità internazionale proprio mentre ci si prepara a rafforzare le sanzioni contro Teheran.
Il portavoce del ministero degli esteri iraniano, Ramin Mehmanparast, ha dichiarato stamane che il suo governo ha aderito alla proposta di inviare in Turchia 1200 kg di uranio arricchito al 3,5% in cambio di un totale di 120 kg dello stesso elemento arricchito al 20%. L’Aiea (Agenzia Onu per l’energia atomica) riceverà entro una settimana la lettera che spiega l’accordo. Il trasferimento dell’uranio arricchito avverrà entro un mese, dopo il ricevimento dell’approvazione da parte dell’Aiea.
Luiz Inacio Lula da Silva, presidente del Brasile, a Teheran in questi giorni, ha spinto molto per tale accordo, insieme al premier turco Recep Tayyip Erdogan. Stati Uniti e Russia avevano espresso dubbi sulla possibilità di successo dei dialoghi. Il presidente russo Dimitri Medvedev ha dichiarato giorni fa che il tentativo brasiliano era “l’ultima possibilità” dell’Iran per evitare le sanzioni.
Israele ha subito reagito all’annuncio accusando l’Iran di “manipolazione” della Turchia e del Brasile.
Lo scorso anno le potenze occidentali hanno proposto a Teheran di trasferire il suo uranio a Russia e Francia, dove sarebbe stato arricchito e riportato in Iran e usato per produrre energia. La proposta era un modo per permettere allo Stato islamico di godere dell’energia nucleare, evitando un possibile uso per armi atomiche. Ma Teheran aveva rifiutato un simile accordo.
Brasile e Turchia hanno sempre resistito a imporre nuove sanzioni all’Iran perché giudicate senza efficacia e contro produttive.
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